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Review of concert from 2002-07-25: Caserta, Italy, Belevedere San Leucio - with Imposters
Il Mattino, 2002-07-27
- Caterina Vitale (translation required please)

 

Bel concerto alle Leuciane per 500 spettatori

Costello, il rock and roll vince la pioggia

Caterina Vitale

sono poco più di cinquecento gli spettatori accorsi al richiamo del «Leuciana festival», davvero troppo pochi per sua maestà Costello, uno dei migliori songwriter viventi: il segno ulteriore degli errori della programmazione concertistica estiva. Ma né il mancato pienone né la pioggia fermano Elvis Costello al Belvedere di San Leucio. Il concerto parte sotto la cattiva stella di una pioggia fastidiosa e incessante, e l’attesa per la prima data campana di tutti i tempi di Costello (seconda di un minitour in Italia, dopo Lecce e prima di Cagliari) fa temere per un annullamento. Dopo un breve set del violinista world Lino Cannavacciuolo, l’artista londinese compare sul palco poco prima delle 23. Lo introduce la base registrata di «When I was cruel», title-track del suo recente album dove campiona persino la voce di Mina (con passi di «Un bacio è troppo poco»). Occhiali neri d’obbligo, completo scuro che nasconde qualche chilo di troppo, Costello parte proprio dall’ultima produzione, con una sequenza ininterrotta che prevede «45», «Spooky girlfriend», «Tear off your own head». Il gruppo (essenziale: basso-batteria-tastiere) lo segue sulle prime un po’ troppo rigidamente, sebbene attacchi e chiusure in crescendo rockettaro rivelino un eccellente affiatamento.

Intanto il pubblico infreddolito appare spiazzato, e non si lascia prendere nemmeno dal reggae d’annata del classico «Watching the detective». Infastidito dallo scrosciare continuo della pioggia, Elvis prende la scossa dalla sua chitarra e dopo pochi brani interrompe bruscamente correndo via dal palco con i suoi musicisti. Il tempo non promette bene, ma lui decide di riprendere da solo con la chitarra acustica e annuncia: «Suono da solo finché non smette. Poi richiamo anche la band».

Musicista eclettico ed eccellente creatore di melodie (dal primissimo «My aim is true» del 1997 al pluripremiato «Painted from memory» con Burt Bacharach), Costello è un camaleonte pop, affezionato alle dolci melodie dei Sixties (vedi la fruttuosa collaborazione con McCartney per l’album «Spike») richiamati nel concerto anche dall’uso del theremin (strumento che sfrutta le onde sonore caro ai Beach Boys), ma anche trascinante rocker sospeso tra il tono scanzonato e quello militante. Per non parlare della sua vena di crooner sopra le righe, apprezzata in una magnifica versione (cantata anche in perfetto italiano) di «Useless beauty». Riesce ad avere la meglio sulla pioggia, la band torna sul palco e parte alla grande il suo vero concerto. «Adesso vi suono una cosa che ho appena scoperto. Si chiama ”rock’n’roll” e voi potete ascoltarla muovendovi come volete», dice gigione. I fans prendono coraggio e si alzano in piedi per accalcarsi sotto il palco a ballare sulle note di «Episode of blonde». Lo show prende finalmente la piega giusta, e Costello si diverte in duetti fragorosi con i suoi ad arringare il pubblico ormai in delirio per quasi due ore di grande musica. Per i bis torna «serio» e regala due versioni da brivido di «Almost blue» e «God give me strengt».

 
         
 

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