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Interview with Elvis and review of When I Was Cruel
Jam Online (Italy), 2002-04-01
- Eleonora Bagarotti

 

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BUON COMPLEANNO ELVIS COSTELLO - JAM 81

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Articolo
Elvis racconta il nuovo album
Le ristampe della Rhino Records
I progetti colti di Costello

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IL NUOVO ALBUM E I 25 ANNI DI CARRIERA
di Eleonora Bagarotti

Il nuovo album When I Was Cruel segna il gradito ritorno di Elvis Costello al cantautorato rock. Ed esce proprio mentre la Rhino festeggia con una serie di ristampe il 25ennale di carriera del songwriter britannico. Ecco un ritratto dell’artista, un’intervista, un flash sulle ristampe e una riflessione sulle collaborazioni ‘colte’ di Costello.


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Sono anni che Elvis Costello usa svezzare il suo affezionato pubblico all’attraversamento di contorti sentieri sonori, muovendosi in modo imprevedibile tra colto e popolare. Quest’anno ha scelto il popolare: Elvis si appresta a pubblicare un album di canzoni rock. When I Was Cruel, questo il titolo, è un disco sostanzioso, gradevole, ma non proprio di immediata codifica. Sei anni lo separano da All This Useless Beauty del 1996. Nel frattempo Costello ha accantonato il vecchio sound per dedicarsi a mille altre avventure (vedi box a pag. 47), eclatanti per numero di importanza. C’è stato anche il tempo per scrivere un balletto, esibirsi in alcuni cammei da una parte all’altra del mondo (lo scorso anno, insieme a Bruce Springsteen), porre fine a un matrimonio, ristampare alcuni album con preziosi inediti e partecipare a un tributo in onore della cantante Joni Mitchell. Sempre a proposito di tributi, la Knitting Factory sta per registrare un album in onore dei 25 anni di carriera di Costello, al quale parteciperà perfino Lou Reed.

Insomma, 25 anni di carriera rappresentano un traguardo importante. Nel caso di Costello, potremmo parlare di nozze d’argento con la musica, un esempio di matrimonio riuscito e vivace a tutti gli effetti, nel quale i ‘coniugi’ sono ancora pazzi l’uno dell’altra in un’infinita fase di innamoramento. When I Was Cruel ne è la prova inconfutabile.

Quando, 25 anni or sono, Costello debuttò con l’album My Aim Is True raggiungendo da subito grandissima popolarità, al suo fianco c’erano già anche il batterista Pete Thomas e il pianista-tastierista Steve Nieve che, guarda caso, ritroviamo in When I Was Cruel. L’album è stato registrato ai mitici Windmill Lane di Dublino, città cara a Costello, che lì ha scelto di vivere. Produttori dell’album sono lo stesso Costello, Ciaran Cahill, Leo Pearson e Kieran Lynch, definiti Impostori nelle note di copertina. Oltre ad Elvis alle chitarre e voci, nell’album suonano i due ex Attractions Nieve e Thomas e un eccezionale Davey Faragher al basso. C’è una sezione di ottoni, le cui parti sono state arrangiate dallo stesso Costello, che vede all’opera Ku-umba, Frank Lacy e Roy Nathanson. Con quest’ultimo, bravissimo sassofonista, Costello si è esibito al Royal National di Londra, per il quale ha recentemente curato il Meltdown Festival e ha realizzato Fire At The Keaton’s Bar & Grill.

È difficile stendere un solo ritratto di Elvis Costello. Sicuramente, potremmo dire che il suo ‘cervello musicale’ è l’espressione di sue molteplici personalità. Steve Nieve, tastierista ma anche amico di vecchia data, collabora con Elvis da ormai 25 anni. Nel frattempo ha sviluppato un proprio percorso musicale meno noto e sostanzioso, ma altrettanto eclettico e brillante. Le poche parole di Nieve esprimono, indirettamente, l’incredibile, contraddittoria e per certi aspetti folle personalità di Costello che, dal canto suo, ha spesso ribadito che senza gli arrangiamenti di Steve, senza la sua tecnica pianistica supportata da serissimi studi musicali accademici e senza il suo britannico savoir faire che sovente ha fatto da bilanciere nei momenti di forte tensione tra gli Attractions, molta della musica che abbiano assaporato non sarebbe probabilmente stata la stessa.

"In questi giorni", racconta Nieve, "affiorano molti ricordi. Accade non perché sia un nostalgico, ma perché il rintocco del tempo ha scandito i fatidici 25 anni, nel corso dei quali sia io che Elvis siamo cresciuti e maturati. Le domande dei giornalisti mi rendono ripetitivo. Non so quanto possano risultare interessanti le stesse frasi. Preferisco il linguaggio della musica. Lì andiamo più sul sicuro. C’è stato un tempo in cui, anch’io, venivo definito musicista punk, poi classico, rock, attuale o addirittura nostalgico. Da My Aim Is True a When I Was Cruel, la cosa che ancora accomuna me e Costello è che continuiamo a guardare dritti verso l’obiettivo."

Torna alla mente quel telescopio pieno di colori e di sfumature, figure geometricamente perfette oppure sghembe e irregolari: At The End Of The Telescope, dove c’è la musica. E dove Costello ha scritto pagine punk pur iniziando la sua carriera con una canzone squisitamente romantica come Alison. Per poi sorprendere, talvolta tradire le aspettative rivoltando la ribellione su se stessa fino a renderla filo anni Cinquanta (Turn! Turn! Turn!) o utilizzando un personale miscuglio di vernici ‘rubate’ da altre tavolozze: Waiting For The End Of The World è ispirata dall’ascolto dei Velvet Underground, mentre il suo secondo album, This Year’s Model, frequenta i Rolling Stones, gli Who, i Kinks. Con Armed Forces, Costello diventa narratore di colui che vive da pop star. Per gli Attractions sono tempi stressanti: durante i tour si diventa scontrosi, si beve un po’ troppo e ci si atteggia in modo antipatico perfino nei confronti del pubblico, soprattutto di quello americano. Chi vuole partire col conoscere Costello, può certamente farlo ascoltando questi tre album e già si ritrova davanti due strati: quello fatto di suoni apparentemente familiari e un altro più profondo che sembra via via dirci che "c’è di più".

I testi delle canzoni di Costello, dai primi fino a quelli di When I Was Cruel, sono enigmatici. La poetica è contorta anche se raramente sono eccessivamente ostici. Caso mai, spingono a riflettere ulteriormente. Elvis Costello non è un poeta puro e completo come Bob Dylan, ma piuttosto un filosofo delle canzoni. Un ermetico. Dalle molte interviste rilasciate nel tempo e da alcune sue osservazioni critiche e autocritiche, se ne deduce una sua spiccata capacità giornalistica, lucida e acuta.

Così descritto, Elvis Costello potrebbe apparire talmente perfetto da sembrare anche un po’ antipatico. Ma non è così. Perché a suo favore giocano sempre l’ironia e la contraddizione. E ogni volta si viene colti di sorpresa. Un album come Trust, che imboccava una strada diversa da quella dei precedenti, colse di sorpresa e quella sorpresa per molti fu amara. Ma Costello è già perdonato nel momento in cui compone una canzone come Shipbuilding, inserita in un altro album consigliato ai neofiti, Punch The Clock.

Steve Nieve sottolinea quanto Costello prenda sul serio il suo mestiere di musicista. Gli fa eco Burt Bacharach, che dopo la fortunata collaborazione con Elvis per Painted From Memory, si dichiara addirittura "in debito" perché "aver unito le nostre due forze ha significato scoprire nuove modalità di intendere e di procedere".

"Lavorare insieme a Burt Bacharach", dice Costello, "mi ha fatto provare una grande emozione. Si è creata un’immediata sintonia che ha reso tutto molto spontaneo. E c’era una grande forza motrice, un’energia che trasportava con sé il lavoro svolto, in un accurato e scrupoloso procedere."

Anche Nieve parla di ricerca di perfezionismo: "Io e Costello siamo accomunati dal fatto di considerare la musica molto seriamente. È il nostro mestiere. Lavorare con Costello, insieme agli Attractions oppure in duo, implica poco tempo per crogiolarsi. Fare musica è un procedimento molto vivo. Per essere vivi occorre essere sempre presenti, spremersi le meningi, ragionare, far lavorare la mente e le dita e la voce. Non c’è dubbio, la musica è un mestiere fantastico."

Sembra davvero che la attitude, da 25 anni a questa parte, non sia mai stata presa sotto gamba. "Quando abbiamo riproposto dal vivo i brani tratti da Painted From Memory, noi due soli, e quelli che ripercorrevano l’arco di vent’anni della carriera di Elvis e degli Attractions, non li abbiamo vissuti come un semplice ripercorrere un tratto di strada che avevamo già attraversato, not at all. La musica è senza tempo. Ogni volta che interpreti una canzone, questa nasce, cresce e muore in maniera diversa. È stato interessante, per me, arrangiare ogni singolo brano in modo diverso. Sono contento che Elvis me lo abbia proposto. Credo sauna tra le cose nelle quali eccello e, tra l’altro, mi piace moltissimo farlo."

Se Elvis Costello, a proposito di Burt Bacharach, non si è mai trattenuto in apprezzamenti, arrivando a interrompere un’intervista sul nascere perché un giornalista lo aveva definito "un tipico musicista americano da musical, non un rivoluzionario del pentagramma", a proposito di Steve Nieve ha dichiarato, con grande sincerità, di ritenerlo un musicista eccezionale e dalle conoscenze superiori alle sue. Di recente, Costello ha raggiunto Nieve su un palcoscenico parigino, dove il pianista presentava una sua opera, e poco prima di iniziare a suonare ha dichiarato al pubblico una stima infinita nei suoi confronti. Ciò nonostante, in un passato remoto si parlò di una forte rivalità tra i due, all’interno degli Attractions. Eppure dalle dichiarazioni sopraccitate si comprende quanto dietro alle musiche incredibili scritte da un personaggio noto come Elvis Costello ci siano, per fortuna, una serie di passaggi professionali e umani che contribuiscono alla nascita di capolavori senza tempo.

"Non so se, a causa del fatto di essere stato l’unico degli Attractions ad aver compiuto studi musicali classici, io mi sia mai realmente sentito come ruota portante del carro", dice Nieve. "Diciamo che ho sempre dato maggiore importanza a ciò che si trovava sul carro, cioè alla musica. L’ho già spiegato, la musica non lascia spazio per molti altri pensieri. A questo proposito, Costello pensa la stessa cosa e posso dire che siamo amici sinceri e ci stimiamo vicendevolmente anche per questo motivo."

L’essere uno stimato musicista e il prendere sul serio la propria professione risulta, tuttavia, una definizione ancora insufficiente per un artista come Elvis Costello. Ha sempre dichiarato di vedersi all’interno di un processo in continua evoluzione. Un’evoluzione alla quale molti tra i suoi progetti più ambizioni hanno dato, di volta in volta, una voce diversa. Con Painted From Memory, Costello si è calato nei panni della purezza melodica mentre il recentissimo For The Stars, album realizzato insieme alla mezzo soprano Anne Sofie Von Otter, rappresenta l’unione tra la tradizione lirica del bel canto e la musica pop. In precedenza, del resto, gli strumenti elettrici di Elvis avevano già sostato tra i tempi dei sonetti del Brodsky Quartet. Non male per un debuttante punk divenuto rock e tornato sperimentale…

Il proseguimento della storia infinita giunge, a un certo punto, nei pressi di un teatro di Reggio Emilia, dove la compagnia di danza italiana Aterballetto, in una notte di mezza estate, inizia a sognare. Il Direttore artistico Mauro Bigonzetti, lo scenografo Fabrizio Plessi e tutto l’Aterballetto hanno segnato un ruolo importante nel destino di Elvis Costello: quello di chi gli ha lanciato la sfida finora più allettante. Si trattava di scrivere le musiche di un intero balletto, ispirato alla commedia shakesperiana Sogno di una notte di mezza estate. "Lo ricordiamo tutti come una persona assolutamente affabile e molto cordiale", dicono di lui quelli di Aterballetto. "Ha presenziato alle prove, discusso e collaborato in maniera ricca e costruttiva. È un grande artista e un vero gentleman."

I suoni d’orchestra del balletto, che sta avendo molto successo e sta per diventare un album, non hanno rappresentato un punto di arrivo per Costello. Come sempre, non hanno rappresentato nemmeno un punto di partenza. L’esperienza è stata senza dubbio eccezionale e lui l’ha salutata con un sorriso, togliendosi metaforicamente l’inseparabile cappello scuro per farne fuoriuscire un’altra manciata di belle canzoni. Come ai vecchi tempi, when he was cruel. Ed è tornata la voglia di chiamare accanto a sé gli Attractions, di richiamare suoni di atmosfere complici e sensuali, ritmi d’oriente e tanti amici e accordi di chitarra di vecchia data. Si possono immaginare i musicisti all’interno degli Studi Windmill, mentre registrano quest’ultimo album. Costello non vuole nessun intruso durante le fasi di registrazioni e, dunque, si lavora guardandosi negli occhi fino a notte fonda mentre una sigaretta finisce di bruciare sola in un posacenere sul pianoforte e il vento del Liffey fa sentire ogni tanto la sua voce contro le persiane chiuse. Quelle pareti hanno già ascoltato tanta musica: quella degli U2, quella di Van Morrison e dello stesso Costello.

"Ritrovarsi a Dublino per registrare When I Was Cruel", ha dichiarato Steve Nieve, "insieme a Pete e a Elvis ha significato ritrovare lo stesso spirito dei vecchi tempi con gli Attractions. Non credo che lo spirito della nostra musica sia mai cambiato. Certo, noi siamo diversi però lo spirito non è cambiato. Caso mai, siamo musicisti più navigati e soprattutto più liberi di produrre canzoni nel modo in cui ci piace farlo. Agli inizi, parte della tensione era legata alle pressioni delle case discografiche ed è così per tutti i musicisti agli inizi della loro carriera, che io sappia. Durante la lavorazione di When I Was Cruel siamo entrati in sintonia. È una cosa molto importante, you know. È diverso dal dover discutere di qualcosa e trovare a tutti i costi una soluzione. È un moto dell’anima che anticipa e accompagna il processo creativo e il contributo che ognuno mette per creare una canzone e per registrarla. Noi due ce l’abbiamo. Non so se ne è uscito fuori un ennesimo album degli Attractions. Beh, tre di noi erano lì. Qualche brano è interessante dal punto di vista sperimentale sonoro, magari anche divertente. Il risultato ottenuto dagli arrangiamenti è di mio gusto. Penso che When I Was Cruel sia un album che parla di sentimenti in modo originale. Trovo che le canzoni siano tutte di notevole spessore dal punto di vista musicale e che ognuna di essa abbia contenuti lirici originali. Tra meno di un mese saremo già su un palcoscenico. Naturalmente verremo anche in Italia, un paese che ci è molto caro e familiare."


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WHEN I WAS CRUEL
Elvis racconta il nuovo album

Certi artisti si riciclano col passare degli anni. Altri si reinventano. Elvis Costello rientra in una terza categoria, la più rara, di coloro che ogni volta creano. Meraviglie.
Da 25 anni ogni suo progetto è da intendersi un po’ come uno di quei gioielli che diventano pezzi unici grazie al raffinato talento dell’orafo che dedica ad ognuno una lunga manodopera. In occasione dell’uscita dell’album When I Was Cruel, abbiamo incontrato Elvis e ne è scaturito un brillante dialogo. C’era da scommetterci…

Pensi che When I Was Cruel, come molti critici hanno scritto, incarni a tutti gli effetti un tuo ritorno al pop-rock?
Tu pensi che When I Was Cruel sia un album pop-rock?

Non solo, soprattutto se ascolto la ritmica e il sound di canzoni come Spooky Girlfriend e 15 Petals.
Bene. Perché, in effetti, la mia musica scaturisce, in primo luogo, dal ritmo. La ritmica è alla base di When I Was Cruel. Ho cercato di trarre spunto da più generi, come per esempio l’R&B e perfino l’hip-hop… Hai presente quei gruppi americani di colore che sfornano dischi in continuazione? Le parole non contano nulla, potrebbero anche essere "Mi alzo la matti-i-na e vado a lavora-a-re" oppure "Dammi la pisto-o-la e mettiti a grida-a-re" Se li ascolti, è incredibile, ma scopri che tutto il disco si basa sulla ritmica. Ho registrato le basi ritmiche da solo e non era chiaro, all’inizio, se avrei utilizzato o meno un batterista. In canzoni come Dust 2 ad esempio, faccio tutto da solo. Il secondo aspetto importante dell’album, da questo punto di vista, è rappresentato da ritmi tipicamente afro. Sai, i ritmi dell’Etiopia. Nel periodo in cui componevo, ho ascoltato moltissima musica etiope. Mi sono anche recato in Etiopia per un breve periodo. Intendiamoci: When I Was Cruel non è un album come Graceland di Paul Simon. In quel caso si è trattato di andare là, trovare musicisti del posto e farli suonare nel disco. Nel mio caso, ho fatto tutto da solo.

Mentre ascoltavo 15 Petals mi sono chiesta se lo scrivere ispirandosi alle varie culture e cioè una musica ‘senza confini’ non risulti politicamente, anche se in modo indiretto, la maniera più giusta per aprire le menti ed educare a una visione più ampia e pacifica del mondo.
Penso che la tua riflessione sia davvero un bellissimo modo di pensare alla musica, di chiedersi qualcosa che va al di là e io ti ringrazio per questo (mi stringe la mano, nda). Non sto dicendo che ci sia stata un’intenzionalità da parte mia, in 15 Petals. Ma mi piace l’idea. Sai… facciamo che, invece, io e te fossimo qui a parlare di una visione superficiale dell’arte e della musica, di quel business che crea personaggi come Britney Spears o roba simile. Questo è un fenomeno che c’è sempre stato. Quando ero giovane, e ancora prima, c’erano già simili cliché e, tra gli artisti, si distinguevano coloro che venivano costruiti su misura per proporre stupidità alle persone. Dunque, sono contento se si nota che la mia musica fa parte di un’altra categoria e sono ben felice se questa spinge a interpretazioni personali, che vanno oltre. Per me è importante saperlo (si alza dal divano e mi dà tre baci sulla testa mentre io arrossisco e bevo un goccio d’acqua prima di porre l’altra domanda, nda).

Ho ascoltato When I Was Cruel almeno una decina di volte negli ultimi giorni. La bellissima canzone che ti ha ispirato il titolo mi ha emozionato: quando l’ho ascoltata per la prima volta, stesa sul mio divano nella penombra della sera, mi sono venuti i brividi. So che hai ‘captato’ il twist da un clip degli anni 60 in cui cantava Mina…
Le cose che mi dici mi commuovono… (pausa, nda) When I Was Cruel è un disco ipnotico e il brano omonimo descrive la scena di un party. A tavola ci sono personaggi di un certo tipo: politici, giudici che parlano del mondo con una certa distanza, come osservando la gente meno abbiente in una certa ottica, spinti anche dal timore di ciò che non è simile a loro. Il motivo per cui ho dato all’album questo titolo è per riprendere un pensiero al quale sono giunto: quando ero giovane ero più crudele di oggi. In generale, quando si è giovani è molto facile avere la tendenza a un giudizio estremo e all’intolleranza nei confronti delle persone e delle cose. Poi, andando avanti, si impara ad essere più comprensivi, ad avere compassione per gli altri, soprattutto per i più deboli. Tornando al ritmo del brano, ho utilizzato il twist dopo aver sentito Mina. Da allora, ho acquistato circa una quarantina dei suoi album. Mi piacciono molto, soprattutto quelli vecchi. Intendo dire i suoi ultimi album sono belli ma più costruiti, artistici… è giusto, va bene così perché evolversi è una cosa naturale e positiva.

Parlami del contributo di Steve Nieve e Pete Thomas. E anche di quello di Roy Nathanson, col quale ti ho visto esibire al Royal National di Londra…
La mia collaborazione con Roy e con gli altri bravissimi strumentisti dell’album – a proposito,
hai sentito la tromba? È incredibile, vero? – è nata proprio in occasione del Meltdown Festival. Ma anche il resto viene da lì. Più tardi, durante un altro concerto, ho iniziato a suonare io, poi Steve, che si esibiva per una mezz’oretta al pianoforte da solo… Una trentina di minuti prima che iniziassimo è arrivato Pete. Dietro le quinte, senza preparare nulla, ci siamo detti: "Perché non facciamo una sorpresa al pubblico e non concludiamo il concerto riunendoci come una band?". Così è stato e, in effetti, ha funzionato anche se il concerto, per la verità, alla fine è stato lunghissimo ma bellissimo. Come sai, io e Steve siamo quasi indissolubili e davo per scontato che venisse a suonare nel mio nuovo album. Mentre per Pete, l’idea è arrivata in quell’occasione e gliel’ho proposta quella sera.

Mi ricordo di una tua esibizione con Laurie Anderson e Nick Cave, sempre a Londra…
Già. Anche in quell’occasione è stato magnifico esibirsi anche se concepire i concerti ritagliando spazi per vari artisti, con tanto di gran finale, significa allungare i tempi della musica e chiedere maggior concentrazione da parte del pubblico.

Come sono stati, invece, i tempi di registrazione dell’album?
Per quest’album, praticamente ho scritto e preparato le basi da solo, nell’arco di un certo periodo. Quando sono andato in studio di registrazione, Steve è arrivato al volo perché era impegnato ad accompagnare la cantante francese Vanessa Paradis e si è fermato meno di una settimana. Pete è venuto due o tre volte e, man mano, i musicisti hanno registrato i fiati. Alla fine, tutto era perfetto.

Quali sono i tuoi futuri progetti, a parte il tour che spero toccherà anche l’Italia?
Tra un mese inizieremo ad esibirci in Olanda. Poi mi recherò in America. Sto per registrare le musiche del balletto A Midnight Summer Night’s Dream (ricordiamo la sua esperienza con la compagnia Aterballetto e scambiamo qualche parere sui ritmi jazz inseriti qua e là, nda) che registrerò presto con la London Symphony Orchestra. Ho anche scritto alcune ballate per la cantante Emmylou Harris, con la quale mi sono esibito insieme a Steve Earle, John Prine ed altri per il Concert For A Landmine Free World. In Italia verrò sicuramente. Dopo l’estate.

Durante la sua permanenza a Milano, Costello ha chiesto di poter dedicare almeno un paio d’ore alla stesura di una partitura. Si è sempre mostrato disponibile e rilassato. Quando ha registrato alcuni brani del suo ultimo album, per la trasmissione radiofonica Fuori giri di Enzo Gentile, si è fatto seguire dal suo fonico personale, per perfezionare il suono di chitarra e voce. Mi ha regalato un grande momento: quello di ascoltarlo, da sola, al pianoforte mentre cantava un brano inedito, che parlava dell’amore e del giudizio altrui. Per quanto riguarda il canto, nel suo ultimo album non c’è alcun vibrato e l’interpretazione vocale di Costello contribuisce non poco a crearne le misteriose atmosfere. Ascoltare per credere.

(e.b.)


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RADIO SWEETHEART
Le ristampe della Rhino Records

Certi musicisti come Pete Townshend ed Elvis Costello, oltre ad essere geniali e spesso mal interpretati compositori, presentano caratteristiche comuni: la mole delle proprie produzioni, di stampo mozartiano, e una passione mal sopita per le ristampe, con abbondanza di sorpresine allegate.

La casa discografica Rhino ha preso le redini della ‘corsa alla ristampa’ di alcuni dischi di Elvis Costello e lo ha fatto, come si può leggere sul suo stesso sito web (www.rhinorecords.com), dichiarandosi apertamente sua fan: questo spiega il fatto di voler ripresentare alcuni classici di Costello, rimasterizzati e con l’aggiunta di un intero disc di bonus track, a partire da My Aim Is True, album d’esordio del 1977: qui sono state aggiunte Watching The Detectives, Radio Sweetheart, Stranger In The House; due ‘primitive’ versioni di No Action e Living In Paradise; la versione live di I Just Don’t Know What To Do With Myself; una Less Than Zero registrata a Dallas; alcuni demo consigliati agli affezionati di Costello: Imagination, Mystery Dance, Cheap Reward, Jump Up, Wave A White Flag, Blame It On Cain e Poison Moon.

This Year’s Model, album del 1978 che fu subito inserito nell’era punk di Costello, presenta una serie di interessanti brani aggiunti rispetto alla scaletta originale: Radio Radio (che uscì come singolo), Big Tears, Crawling To The Usa; i demo dal carattere un po’ rudimentale Running Out Of Angels, Greenshirt, Big Boys; le versioni radiofoniche di You Belong To Me e Radio Radio; le accattivanti versioni live di Neat Neat Neat e Roadette Song; due sconosciute versioni in studio – senza infamia né lode – di This Year’s Girl e (I Don’t Want To Go To) Chelsea; infine la versione di Stranger In The House tratta da una registrazione per la BBC.

La ristampa di The Very Best Of Elvis Costello concede due canzoni recenti: She, presa in prestito da Charles Aznavour ed inserita nella colonna sonora del noto film Notting Hill, e That Day Is Done, registrata insieme a The Fairfield Four.

Le ristampe di maggior interesse sono quelle degli album Spike (1989) e All This Useless Beauty (1996). Il primo, caratterizzato dalla presenza dell’ex Beatle Paul McCartney in qualità di coautore e co-interprete, dona interessanti scorci sonori nel panorama a colori vivaci: i demo Miss Macbeth, …This Town, Deep Dark Truthful Mirror, Coal Train Robberies, Satellite, Pads, Paws And Claws, Let Him Dangle, Veronica, Tramp The Dirt Down, Baby Plays Around, Put Your Big Toe In The Milk Of Human Kindness, Last Boat Leaving e i brani aggiunti The Ugly Things, You’re No Good, Point Of No Return, The Room Nobody Lives In e un incredibile brano per voce sola, Stalin Malone. Il secondo, l’ultimo album di Costello in collaborazione con gli Attractions che presenta sonorità rock e ritmiche simili a quelle di When I Was Cruel, presenta preziosità in numero ancora maggiore: basti pensare che That Day Is Done ospita i Fairfield Four e My Dark Life niente di meno che Brian Eno. Altri brani aggiunti a questa ristampa sono Almost Ideal Eyes, What Do I Do Now?, The Bridge I Burned, un’imperdibile seconda versione di You Bowed Down, i demo di It’s Time (canzone tra le più riuscite dell’album, con testo filosofico-ironico sulla relazione uomo/donna, già magistralmente arrangiata dal vivo grazie alle magiche dita sulla tastiera del pianoforte di Steve Nieve), Complicated Shadows, Mistress And Maid, Distorted Angel, World’s Greatest Optimist, The Only Flame In Town, The Comedians, The Days Take Care Of Everything, Hidden Shame, Why Can’t A Man Stand Alone e un discutibile remix di Distorted Angel.

Un altro motivo va ad aggiungersi al consiglio spassionato di acquistare queste ultime due ristampe, in particolare, e si tratta delle accurate note di copertina aggiunte dallo stesso autore nei libretti inseriti. Nota di rilievo, quest’ultima, non solo in quanto Costello è l’autore dei brani dei dischi ma anche colui che scrive lunghe, sorprendenti, autocritiche presentazioni dei dischi in questione indicando il percorso ideale al pubblico dei suoi affezionati e/o ipoteticamente nuovi fan, guidandolo attraverso un ascolto motivato delle canzoni rimasterizzate e delle bonus track. Riesce a farlo in modo approfondito e, al tempo stesso, leggero e mai banale. Sembra quasi che Costello abbia dipinto delle frecce bianche sugli alberi per indicare il percorso migliore da intraprendere sui sentieri di alta montagna.

Come se non bastasse, pare proprio che dietro l’angolo ci siano altre belle passeggiate musicali ad attenderci.

(e.b.)


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LET'S GET PRETENTIOUS!
I progetti colti di Costello

Elvis Costello vanta al suo attivo numerosi progetti musicalmente ambiziosi, sperimentali e pienamente riusciti, qualche volta anche a dispetto delle vendite.

Nel 1992 Costello ha iniziato la sua collaborazione con il quartetto d’archi Brodsky. L’innamoramento è avvenuto durante un concerto nel quale Costello sedeva in platea. Fu logico, una volta raggiunte le quinte, scambiarsi nomi e presentazioni: un inizio destinato a dare buoni frutti. A seguito delle malinconiche melodie degli archi dell’album The Juliet Letters, Elvis Costello e il Brodsky Quartet intrapresero una tournée mondiale molto seguita e altre collaborazioni ‘minori’. L’esperienza vissuta con il quartetto appare, in prospettiva, un ottimo trampolino di lancio per futuri tuffi nel grande mare della musica ‘colta’: nel 1996 Costello si esibisce a Stoccolma insieme al mezzo soprano Anne Sofie Von Otter, accompagnato dalla Swedish Radio Symphony Orchestra. La collaborazione sfocia in un album molto ricercato, For The Stars, realizzato nell’aprile 2000 e prodotto dallo stesso Costello per la Deutsche Grammophone.

Percorrendo a ritroso la sua carriera si finisce con lo scoprire che circa 300 canzoni di Costello sono state registrate da altri artisti dai più disparati stili musicali: Chet Baker, Johnny Cash, June Tabor, Roy Orbison, Dusty Springfield, Charles Brown, George Jones. Elvis ha inoltre composto brani insieme a Cait O’Riordan (ex bassista dei Pogues e sua seconda moglie, dalla quale si è di recente separato), Paul McCartney, Richard Harvey e Bill Frisell. Con quest’ultimo, nel 1995, ha registrato Deep Dead Blue, un ‘live masterpiece’.

Nel 1998 Costello sorprende pubblico e critica dando vita alla collaborazione con Burt Bacharach: il brano s’intitola God Give Me Strenght ed è concepito come colonna sonora del film Grace Of My Heart diretto da Allison Anders e destinato a vincere un Grammy. Alla canzone seguirà l’album, Painted From Memory. Di recente, Costello ha puntualizzato alcuni aspetti della sua collaborazione con Bacharach: "Non mi è piaciuto riscontrare quanta poca comprensione ci sia stata nei riguardi della nostra collaborazione. Per me è stato un onore collaborare con Bacharach, artista che rarissime volte si è mostrato disponibile in tal senso. Come compositore, Burt è molto più sperimentale rispetto a quello che un orecchio superficiale possa pensare. Non occorre essere musicologi per capire che il nostro processo di scrittura e i nostri gusti si sono ritrovati a percorrere quell’inevitabile tratto di strada connotato da comuni consonanze".

Tra i progetti ambiziosi realizzati da Elvis Costello, in qualità di compositore che collabora con altri artisti geniali e rivoluzionari quanto lui, un posto di prim’ordine spetta sicuramente a Sogno di una notte di mezza estate, spettacolo che ha debuttato nella produzione realizzata per Bologna 2000 Città Europea della Cultura.

Il sogno, ispirato da una tra le commedie più visionarie tra quelle scritte da William Shakespeare, ha unito l’estro e la creatività di Costello a quelle dell’altrettanto geniale Mauro Bigonzetti, direttore artistico della compagnia Aterballetto: Costello ha scritto – "in orizzontale e, soprattutto, in verticale" come dice egli stesso – ben 200 pagine di musica su scene concepite da Fabrizio Plessi. Dato che in Italia manteniamo la cattiva abitudine di osannare più che altro ciò che arriva da fuori, è importante sottolineare che la compagnia Aterballetto sta interpretando il Sogno sui palcoscenici californiani, dopo aver riscosso grande successo in Francia e Germania. L’opera alterna momenti musicali di balletto classico a guizzi ritmici jazz, in stile moderno. La partitura de Il sogno contiene tre distinte trame musicali, tutte di grande spessore e perfezione. Si tratta, senza alcun dubbio, della più corposa partitura strumentale che egli abbia mai scritto, pensata per un’orchestra formata da più di 60 elementi, con speciale attenzione ad alcuni dei suoi strumenti preferiti: il clarinetto basso, il cymbalon e il vibrafono. Costello & co. hanno creato un’opera nuova e innovativa, mi sia concesso il gioco di parole. Gli approfondimenti tecnici non rendono minore giustizia all’anima dell’ispirazione e questo fatto è immediatamente percepibile dal pubblico, ovviamente non solo da quello tipicamente costelliano.

Dopo il tour europeo e americano che accompagna l’uscita del suo nuovo cd When I Was Cruel, le musiche scritte da Elvis Costello per il Sogno verranno registrate dalla London Symphony Orchestra col titolo originale A Midsummer Night’s Dream per la casa discografica Deutsche Grammophon, con il direttore d’orchestra Michael Tilson Thomas. Così come avvenne durante le prove del debutto presso il Teatro Comunale di Bologna, che ha avuto luogo il 31 ottobre 2000, Costello seguirà di pari passo le varie fasi di registrazione.

Sebbene possa apparire inutile sostenerlo, se c’è una casa discografica chiamata Deutsche Grammophone a prendere sotto la propria ala il Nostro, ciò significa che qualsiasi critica o incomprensione subita finora è solo degna di una sonora risata.

(e.b.)

 
         
 

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