MUSIC VILLAGE (MODENA)
Google translation
What is not known never well that to attend from Elvis Costello, for via of its approach much staff and of a repertorio by now sconfinato. Seeing to go up it on the punctual theater box, with as well as about jacket and necktie, in a distinguished context like that one of the Music Village, composed, measured show is believed to one, to one lesson of music with some concession to the rock' n' roll. The public seats tidily and, also not filling up at all all the space to disposition, he follows with attention the artist who on the theater box indeed has the mastery and the competence of a university professor.
Nevertheless I stud demonstrates endured not to want itself to save and, supported from its Imposters, series of numbers attacks inanellando one rock. The impact frontal but is elaborated: Elvis public square often beyond the spies to play the guitar electrical worker, while the band it insists on the structure of pieces, thanks to the contribution of Steve Nieve to the keyboards, that it succeeds in to widen the phantom of the sound with a theremin. The songs are ollowed without pause and without it placed: also when it proposes some brani of the last disc, I stud offers public to the only some look and a lot, much music. The sound is constructed on a rock' n' roll continuously varied: "Bedlam" and "Needle Time" are two imbastarditi blows and mestizos, but the first carried out point of is "concluded Chelsea" with a series of detaches directed to the stomach and continuation from one "Clubland" that sfocia in one citation of "Insensatez" of Jobim.
Band the sound in worthy excellent way of the frame and the organization of the Mu-Vi and Costello seems amused, to the point that begins launch some smile provoking towards the public. To emphasize like, beyond that of the song, make cargo of all the parts of guitar with the irregular aid of a processore, soiling its chitarrismo twang of r&r, of swing, of country and blues to second of the occasions. Quite it succeeds in to sing a back of "All this useless beauty" in Italian, but, al.di.là.del cameo, they too much astonish the interpretations that, above all in pieces discs of a valve, they produce of the parts from brivido, supplendo also some tremito. Exemplary are in so far as "Almost blue", sung like a crooner, and "When the was cruel", executed in one version more blues, nearly threatening.
The public scalda like if the all, also less assiduous, percepissero the sfaccettata personality of the artist and Stud exchange again, confirming the own particularitity also on that they are its historical pieces: "Watching the detectives" is continuation to wheel from "The delivery man" and "The butcher boy" before that the festivity has beginning with a medley of sends back to rock' n' roll years ' 50 that culminate in "Pump it up".
To this point, when the set seems concluded by now, I stud it is loaded ulteriorly, absorbing the energy produced from the its same music and sforna "Alison" in medley with "Suspicious minds" in order then launch itself in a long "Peace, love and understanding" with continuous reprise on the end.
Not still I am satiated, offers to a "God give me strength" that for sure backs sound like a salute to Pavarotti, than it is here of house. Then other number of rock' n' roll and the definitive closing with one "Scarlet tide" in the balance between country and the folk pulls outside from the cylinder some Irish: after beyond two hours of concert, I stud has the courage to propose part of the piece single guitar and voice, without not even the aid of the microphone, like last and extreme offer to the present ones.
Indeed one great lesson of music.
Original article in Italian
Non si sa mai bene che cosa attendersi da Elvis Costello, per via del suo
approccio molto personale e di un repertorio ormai sconfinato.
Vedendolo salire sul palco puntuale, con tanto di giacca e cravatta, in
un contesto distinto come quello del Music Village, si pensa ad uno spettacolo
composto, misurato, ad una lezione di musica con qualche concessione al
rock'n'roll. Il pubblico siede ordinatamente e, pur non riempiendo affatto
tutto lo spazio a disposizione, segue con attenzione l'artista che sul palco
ha davvero la padronanza e la competenza di un professore.
Eppure Costello dimostra subito di non volersi risparmiare e, sostenuto dai suoi Imposters, attacca inanellando una serie di numeri rock. L'impatto è frontale ma elaborato: Elvis si piazza spesso oltre le spie a suonare la chitarra elettrica, mentre la band insiste sulla struttura dei pezzi, grazie al contributo di Steve Nieve alle tastiere, che arriva ad ampliare lo spettro del suono con un theremin.
Le canzoni si susseguono senza pausa e senza pose: anche quando propone alcuni brani dell'ultimo disco, Costello offre al pubblico solo qualche sguardo e tanta, tanta musica. Il suono è costruito su un rock'n'roll continuamente variato: "Bedlam" e "Needle time" sono due colpi imbastarditi e meticci, ma il primo punto di svolta è "Chelsea" conclusa con una serie di stacchi diretti allo stomaco e seguita da una "Clubland" che sfocia in una citazione di "Insensatez" di Jobim.
La band suona in modo sopraffino degno della cornice e dell'organizzazione del Mu-Vi e Costello sembra divertito, al punto che comincia a lanciare qualche sorriso provocante verso il pubblico. Da sottolineare come, oltre che del canto, si faccia carico di tutte le parti di chitarra con l'aiuto saltuario di un processore, sporcando il suo chitarrismo twang di r&r, di swing, di country e di blues a seconda delle occasioni. Addirittura arriva a cantare un verso di "All this useless beauty" in italiano, ma, al di là del cameo, stupiscono le interpretazioni che, soprattutto nei pezzi lenti, producono delle parti da brivido, supplendo anche a qualche tremito di troppo. Esemplari sono in questo senso "Almost blue", cantata come un crooner, e "When I was cruel", eseguita in una versione più blues, quasi minacciosa.
Il pubblico si scalda come se tutti, anche i meno assidui, percepissero la personalità sfaccettata dell'artista e Costello ricambia, confermando la propria particolarità anche su quelli che sono i suoi pezzi storici: "Watching the detectives" è seguita a ruota da "The delivery man" e "The butcher boy" prima che la festa abbia inizio con un medley di rimandi al rock'n'roll anni '50 che culmina in "Pump it up".
A questo punto, quando il set sembra ormai concluso, Costello si carica ulteriormente, assorbendo l'energia prodotta dalla sua stessa musica e sforna "Alison" in medley con "Suspicious minds" per poi lanciarsi in una lunga "Peace, love and understanding" con continui reprise sul finale.
Non ancora sazio, offre una "God give me strength" che per certi versi suona come un saluto a Pavarotti, che qua è di casa. Poi tira fuori dal cilindro qualche altro numero di rock'n'roll e la chiusura definitiva con una "Scarlet tide" in bilico tra il country e il folk irlandese: dopo oltre due ore di concerto, Costello ha il coraggio di proporre parte del pezzo solo chitarra e voce, senza nemmeno l'ausilio del microfono, come offerta ultima ed estrema ai presenti.
Davvero una grande lezione di musica.