Il Giornale, June 5, 2007

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Elvis Costello: "Con le nostre voci anche la lirica ha un sapore pop"

Il cantautore parla di «Welcome to the Voice», l’opera incisa con Sting, Wyatt, il Brodsky Quartet e quattro soliste su musiche di Steve Nieve

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   Antonio Lodetti

Londra - Stavolta l’hanno fatta grossa. Elvis Costello, Sting, Robert Wyatt (l’ex Soft Machine), il Brodsky Quartet hanno messo in piedi Welcome to the Voice, una complessa e seducente opera lirica che mescola le loro voci a quelle di quattro cantanti classiche femminili.

Le musiche sono dell’inglese Steve Nieve - tastierista di Costello ai tempi del rock scatenato con gli Attractions ma anche pianista classico - e il libretto di Muriel Teodori con la collaborazione della magica chitarra jazz di Marc Ribot. L’album esce per la Deutsche Grammophon ed è un po’ il seguito di quello di Sting dedicato al liuto di John Dowland. «La cosa meravigliosa è che pubblichiamo un album di musica lirica che sara distribuito e reclamizzato come un album pop», annuncia ridendo Elvis Costello, eminenza grigia del progetto.

Ma come vi è venuta un’idea del genere.
«Da tempo io combatto per l’integrazione dei suoni senza frontiere. L’idea è quella di far rivivere l’opera con lo spirito della tradizione ma con un’anima moderna. Un incontro tra il rock e la lirica anche se di rock qui non c’è praticamente nulla, se non noi che veniamo da quel mondo».

Quindi avete scritto un libretto.
«L’idea è nata parecchi anni fa, inizialmente per fare un cocktail vocale. La voce è il suono più naturale che esista, e da un workshop di canto alla Town Hall di New York diretto da Muriel Teodori dove c’eravamo anch’io e un artista d’avanguardia come Ned Rothenberg, è nata l’idea di costruire una storia che sposasse realtà e fantasia».

Come avete fatto a trovarvi tutti insieme?
«Le parti sono state incise in varie fasi. Persino in Italia nella villa di Sting. Un paio di anni fa io e Sting ci siamo incontrati alla festa dei Grammy e gli ho proposto di collaborare; ha accettato subito. A Londra alla Royal Albert Hall abbiamo provato con il Brodsky Quartet. È un’operazione cresciuta col tempo».

Che storia racconta?
«È molto complessa da descrivere. In sintesi la storia di Dyoniso, operaio in una acciaieria innamorato di una cantante e assillato dai fantasmi dell’opera. Una vicenda tra reality e vita vissuta. Dionysus è Sting, io sono il capo della polizia e entrambi abbiamo una parte vocale difficilissima».

Cosa penseranno i puristi del belcanto?
«Il pubblico ha meno pregiudizi di quanto si creda. Ama la classica e la lirica, anche eseguita in nuove forme. L’opera non è nata solo per la Scala ma per essere diffusa tra la gente. Steve Nieve è stato il personaggio ideale per scriverla: ci conosciamo da più di trent’anni. Lui suona rock ma ha studiato composizione al Collegio Reale di Musica di Londra».

Vi dedicate alla musica alta, come se il rock fosse un peccato di gioventù, oppure...
«Il rock è nel nostro Dna ed è parte integrante della cultura moderna. Oggi sono gli intellettuali che fanno il rock; credo invece che l’opera sia un ritorno a radici antiche, un modo di comunicare fuori dal tempo. Insomma anche l’opera in senso stretto è pop se entra a far parte del costume».

Quali sono i suoi autori preferiti?
«L’opera perfetta per me è Le nozze di Figaro. Amo da pazzi Donizetti e Rossini, di una modernità incredibile. Mi esaltano le melodie di Strauss, il colorismo di Musorgskij, Janàcek, Debussy e Ciaikovski, di cui sto rielaborando alcuni temi».

Insomma si butta sul versante classico.
«Ho un sogno, mi piacerebbe prendere la chitarra e rileggere i suoni dell’Ottocento con il rock. Mescolare presente e futuro, far correre l’immaginazione».

E quest’opera la porterete in giro?
«Ci stiamo pensando ma abbiamo tutti troppi impegni. Se lo faremo sarà uno spettacolo colossale».

Non dica che ha anche altri nuovi progetti.
«Quest’estate girerò l’Europa con Allen Toussaint, il re dello r’n’b di New Orleans con cui ho inciso l’ultimo album. Poi sto lavorando ad una colonna sonora e ad un libro. Per ora i dischi non mi interessano, preferisco sfide diverse».

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Il Giornale, June 5, 2007


Antonio Lodetti interviews Elvis Costello regarding Welcome To The Voice.

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