L'Unità, March 23, 1992

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Elvis Costello, una rockstar che ama Beethoven


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   Alfio Bernabei

Ospite di un programma della BBC il cantautore inglese ha raccontato i suoi gusti musicali, gli esordi e l'attuale "esilio" a Dublino "La mia carriera è appena iniziata"

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I LONDRA. Elvis Costello, ormai conosciuto in lutto il mondo come uno dei maggiori cantautori inglesi, sta seguendo lezioni di musica. Due volte la settimana, come un qualsiasi studente, impara a scrivere le note. Questo trentasettenne "ritardatario" non ha più paura che la sua creatività spontaneistica rimanga intrappolala dalla disciplina di certe regole. Un primo segnale delle nuove possibilità che gli vengono offerte dalla capacità di scrivere la musica l'abbiamo già avuto ascoltando la colonna sonora - tantissimo pianoforte - che ha scritto per GBH di Alan Bleasdale, un dramma televisivo a puntale che ha latto molto discutere. E stata certamente un'idea ingegnosa quella dì far scrivere il commento musicale di un serial cosi politico e controverso ad un ribelle come Costello che ha menato durissimi colpi alla Thatcher e al governo conservatore. GBH è incontralo sulle manovre dei servizi segreti contro l'amministrazione comunale di Liverpool gestita in buona parte da una specie di Lotta Continua iliade in England, il gruppo Militant, più volte denunciato anche dal leader laburista Neil Kinnock.

Ultimamente Costello si è trasferito a 'Dublino "per sfuggire all'Inghilterra". Ma la settimana scorsa è venuto a Londra per partecipare a quel gioco che la BBC chiama Desert Island Discs e che richiede all'invitato di turno di scegliere ' gli otto motivi preferiti da portare su un'isola deserta. Costello ha avuto qualche difficoltà nella scelta. I suoi gusti musicali variano abbastanza radicalmenle a seconda dello stalo d'animo in cui si trova, e qualche volta, come lui stesso dice con ironia, si fa anche prendere dalla disperazione più cupa. In quest'occasione è sembrato di buon umore, preoccupato solo dal fatto che non sapeva se la coordinatrice del programma igli avrebbe permesso di metterò in lista la voce della moglie come cantante o la registrazione di suo tiglio elio già suona la chitarra. Ha dovuto rinunciare ad entrambe perche le regole del gioco permettono solo di mandare in onda dischi in commercio e lui si e presentato solo con dei nastri.

"Comincio con lo Scherzo dall'ultimo quartetto di Beethoven (Opus 13) - ha detto Costello - lo metto al primo posto perché lo giudico uno straordinario esempio di libertà di espressione musicale. È uno di quei molivi spensierati, ideali por il pattinaggio sul ghiaccio, mi diverte". Dopo "'questa partenza un po' inattesa, dato il tipo di musica arrabbiata con cui è normalmente associato, Costello ha parlato del ruolo che la musica ha sempre avuto nella sua vita, fin dalla nascita. "Mia madre lavorava in un negozio di dischi e - mio padre suonava la tromba e cantava. Posso dire di essere cresciuto in mezzo alla musica. Comunque, al secondo pòsto. dopo Beethoven, tra i miei dischi preferiti c'è una canzone di Cole Porter cantata da Frank Sinatra, I've Got You Under My Skin (Ti tengo sotto la, mia pollo'), È legata ad un aneddoto che circolava in famiglia. Secondo mia madre la prima parola che ho detto da bambino non è stala "mamma" o "babbo", ma "skin" (pelle). I miei genitori ascoltavano continuamente questo motivo. È possibile che la mia mente abbia carpilo il suono di questa parola dal disco. Mi hanno raccontato che sgambettavo, ridevo e dicevo "skin, skin, skin".

La madre di Costello lavorava in un negozio di dischi, ma non era una semplice commessa: La sua conoscenza in campo musicalo era paragonabile piuttosto a quella di una bibliotecaria. Conosceva bene la storia della musica ed era in grado di giudicare la qualità artistica delle varie registrazioni a seconda degli interpreti. Quanto a mio padre, che suonava e che cantava con l'orchestra di Joe Loss, aveva, ed ha ancora, gusti profondamente eclettici, da Bach alle, canzoni latino-americano. Lo seguivo non solo quando andava a suonare, ma anche nei momenti delle prove, alle nove del mattino in qualche sala al freddo, coi musicisti intabarrati nei loro indumenti invernali."

Costello racconta che suo padre canta ancora oggi, in giro per l'Inghilterra, col nomo Ross MacManus. È in suo onore che al terzo posto nella sua lista di dischi preforiti mette At Last di Glenn Miller "cantata da papà". Una bella voce di miele anni Trenta, con una manciata di ghiaia sensuale alla Louis Amstrong.

«Quanto a me - spiega ancora - ho imparato a suonare la chitarra da solo senza alcuna precisa intenzione di seguire la professione musicale. Dopo aver lasciato la scuola a 18 anni cominciai a lavorare come impiegato di banca alla periferia di Londra. Avevo 23 anni quando, nel 1976, lanciai il primo single Less Than O (Meno di zero), un motivo che attaccava Oswald Mosley, il leader delle camicie nere inglesi degli anni Trenta. Scelsi il nome Costello che era appartenuto alla mia bisnonna ed Elvis, beh, questo si spiega da solo. Fu questo nome, Elvis, che mi procurò la prima audizione americana. Ricordo che quando Presley mori una stazione televisiva che non aveva la minima idea di cosa cantavo mi contattò col solo scopo:di mandare in onda una voce che si faceva chiamare "Elvis", una trovata che mi ha lasciato a lungo un gusto amaro in bocca».

Sempre intorno al 1976 si impose all'attenzione dei "giovani arrabbiati" inglesi con la band chiamata Attractions e motivi come Watching the Detectives, This Year Model e Oliver's Army.

I gusti eclettici ereditati dai genitori riemergono nella scelta del quarto disco: l'aria Non so più cosa son dalle Nozze di Figaro, innamoratissimo della voce di Cecilia Bartoli. Seguono nell'ordine i Beatles con You Really Got a Hold On Me di Smokey Robinson ("È stato il primo album che ho comprato"), la sonata al pianoforte in B di Schubert, il Lamento di Didone dall'opera di Purcell i Didone ed Enea (innamorato questa volta della voce di Sophie van Otter che gli ricorda in qualche modo quella di Billie Holiday) e finalmente un pezzo di jazz:, Black Count, scritto da Billy Strayhorn e suonato dall'orchestra dì Duke Ellington.

E se fra tutti questi dischi gli fosse consentito di sceglierne solamente uno da portare su un'isola deserta? "Beethoven, lo Scherzo", dice ridendo. Sontiremo più musica classicheggiante nei suoi futuri motivi? "Non saprei dire. Ho cambiato spesso strada e credo che continuerò a cambiare, non mi interessa di coltivare l'etichetta dell'amato Entertainer, quel tipò di cantante che una volta diventato famoso si limita a stare sul sicuro, magari ripe tendosi. Davvero non ho idea ' cosa canterò o scriverò prossimamente, la mia carriera e appena cominciala".


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L'Unità, March 23, 1992


Alfio Bernabei profiles Elvis Costello following his appearance on the BBC Radio 4 programme Desert Island Discs.

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