Mescalina, July 5, 2002

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Elvis Costello

When I Was Cruel
2002 - ISLAND RECORDS

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   Christian Verzeletti

Ancora una volta darà fastidio che certi signori del rock continuino a fare buoni dischi, un po´ perché questo conferma la sterilità delle nuove generazioni, un po´ perché non sazia la fame di novità di pubblico e degli addetti ai lavori, un po´ perché questi personaggi, volenti o nolenti, hanno assunto su di loro il peso solenne dell´essere maestri.

Elvis Costello, con la sua aria intellettuale, con una carriera tanto stimata quanto variegata alle spalle, è la quintessenza di un rocker adulto: riflessivo, romantico, insaziabile, energico, e mai attempato.

"When I was cruel" è il suo ennesimo ritorno, dopo le collaborazioni più classiche con Burt Bacharach (“Painted from memory”) e con Anne Sofie Von Otter (“For the stars”). Parlare di ritorno è già di per sé improprio, perché per Costello la musica non ha direzioni definite, ma piuttosto procede attraverso cerchi concentrici, come le lenti degli occhialoni dietro cui si nasconde sin dai suoi esordi.

Per via della sua impostazione rock il disco suona più istintivo, come animato dallo spirito ribelle ed inquieto di un geniale monello, ma in realtà ha uno spessore interiore e una ricerca dei suoni tuttaltro che incosciente: Costello gioca sulle armonie e sugli stridori ironici delle sue canzoni, levigandoli con un rock quasi anni ’60. L’umore dell’album risulta molto dark, un vortice oscuro che attira poco alla volta fino ad avvolgere completamente con i suoi arrangiamenti.

“Spooky girlfriend” è un esempio di come le canzoni di Costello risultino sempre attraenti, grazie alla loro capacità di spiazzare e di non soddisfare mai del tutto l’ascoltatore: una spanish guitar, una tromba che si spegne, un ritmo che lascia uscire il soffio di un sax.

La formula di Costello è proprio quella di inserire dei brevi interventi strumentali, quasi fuori contesto, su delle linee melodiche già di per sé atipiche. Purtroppo in alcuni episodi si fa prendere la mano e eccede in lunghezze che appesantiscono i brani, ma “When I was cruel” rimane comunque un disco necessario e significativo. “Dust 2” ha un rhythm processor e una chitarra distorta che insieme creano un’atmosfera crepuscolare, un’aria bruciata, quasi acida. “Dissolve” scompone le regole del blues e dell’armonica, al cui confronto gli U2 di “Desire” appaiono degli scolaretti. Man mano il disco avanza, si abbandona sempre più al fascino delle disarmonie e della contrarietà: “My little blue window” e “Episode of blonde” hanno qualcosa che le rende memorabili, ma incantabili. Le scintille scaturiscono quando piani diversi si intersecano, creano attrito e prospettive che Costello è maestro a domare col suo cinismo e col suo stupore.

Un po’ di minutaggio in meno e “When I was cruel” sarebbe stato un grandioso disco di rock profondo e viscerale. Anche stavolta non è chiaro se queste canzoni portino un sorriso o una smorfia di ironico disappunto, ma, in ogni caso, non si può che continuare ad ammirarle.


Tags: When I Was CruelIsland RecordsBurt BacharachPainted From MemoryAnne Sofie von OtterFor The StarsSpooky GirlfriendDust 2...DissolveU2My Little Blue WindowEpisode Of Blonde

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Mescalina, July 5, 2002


Christian Verzeletti reviews When I Was Cruel.

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When I Was Cruel album cover.jpg

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