Metallized, June 14, 2022

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Elvis Costello & The Imposters - The Boy Named If


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  Franco Leonetti

Ecco il trentaduesimo album da studio di Elvis Costello . Pubblicato ad inizio di quest’anno, con il monicker aggiunto di The Imposters, band che lo segue da tanto tempo, precedentemente nota con il nome di Attractions. 52 minuti di musica, 13 pezzi, un ritorno di levatura per il nostro, ormai in pista da un quarantennio abbondante. Un’attività di registrazionee produzione frenetica, con una media di quasi un disco all’anno dal 1977 al 2010, addirittura con la pubblicazione di due dischi in 12 mesi alcune volte, e un periodo irregolare, di fermo prolungato, dal 2010 al 2018. Ormai un nome riconosciuto, conclamato e celebrato anche per l’ecclettismo mostrato nel panorama del music-biz, il musicista e cantante inglese, infatti, è passato attraverso vari generi suonando un po’ di tutto, dal rock al punk, dal pop alla new wave, dal blues al soul, con spizzichi di jazz, passando per il country, senza disdegnare tante collaborazioni: dalla leggenda Burt Bacharach fino alla mezzosoprano svedese Anne Sofie von Otter, per concludere con la pianista jazz Marian McPartland. La domanda, dunque, sorge spontanea, che tipologia di disco ci troveremo ad ascoltare nelle casse, con quest’ultima uscita?

Il cantautore britannico ha voluto virare verso il sound delle origini, rock‘n roll con farciture e spunti diversificati tra di loro. Il brano iniziale, Farewell, OK, richiama subito il rock and roll degli inizi con contrabbasso e ritmi brillantinati, mentre la titletrack appare vestita di rock oscuro settantiano, con melodie spiccate, intonazioni sentite e arrangiamenti spaziali, con le tastiere a farla da padrone. La traccia 3 è puro pop rock con tante armonie scintillanti e cori anni settanta, The Difference richiama il David Bowie del periodo space/glam con situazioni punteggiate e calcate, e va detto, assai immediate, con una costruzione dei brani rotonda, fresca e tastiere dal sound datato che spolverano la memoria e rendono assai godibili i pezzi, senza per forza premere sul vintage a tutti i costi. In questa ansa si inseriscono i brani seguenti come What If I Can’t Give You Anything But Love? (con un bel solo di chitarra) e Mistook Me For A Friend, che riconvocano, nel 2022, quel periodo aureo del compianto Duca Bianco. Paint the Red Rose Blue tratteggia una ballad delicata e malinconica, pervasa da rivoli rock anni sessanta nelle linee vocali del singer, My Most Beautiful Mistake è allegra, sofisticata con l’hammond che sbuca fuori da atmosfere alla Tom Petty. Magnificent Hurt si veste da rock bello pestato e spedito con tastiere sixties che dettano inserti del passato, ma ben amalgamati nella stesura: assolo della sei corde dissonante e volutamente ronzante. The Man You Love to Hate ha un attacco e una prosecuzione molto beatlesiana con installato, nel mezzo del brano, un chorus rock, mentre con The Death Of Magic Thinking ricompare il rock tosto, eretto su basso e batteria martellanti, con le percussioni che salgono alla ribalta nella seconda porzione di song, ornate da un hammond lascivo. Trick Out the Truth appare subito elegante e raffinata con un ottimo lavoro sui controcori e il drappeggio di strumenti diluiti e soffici nella struttura sfarzosa, poi la dylaniana Mr. Crescent chiude il lavoro con vena cantautorale e percezioni di dolcezza diffusa.

Un CD multiforme e ricco di sfumature, sensazioni e arie, ma questa caratteristica di Elvis Costello la conosciamo bene. Da sempre camaleontico, capace di infilare sui propri dischi ogni tipo di influenza o accento che lo stimoli nelle composizioni e nella scrittura con risultati finali ben riusciti. Concludendo, dopo quasi quarantacinque anni di attività ritroviamo un interprete che ha ancora voglia di incidere e produrre musica, i ritmi sono stati rallentati ma la qualità non è venuta meno. Fa piacere ritrovarlo così in forma e centrato nella sua produzione.


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Metallized, June 14, 2022


Franco Leonetti reviews The Boy Named If.

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The Boy Named If album cover.jpg

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