L’idea è di un veterano col petto pieno di medaglie. Ovvero T-Bone Burnett, chitarrista, autore, arrangiatore e produttore dalla favolosa carriera, che ha deciso di rimetter mano ad uno dei più preziosi tesori nascosti dell’intera storia del rock: i brani che Dylan incise nel Big Pink non lontano da New York con la Band nel 1967. Ci vollero altri otto anni perché quella gemma abbagliante prendesse la forma di un disco, il leggendario "Basement Tapes", per il quale Dylan aveva scritto un oceano di musica, 138 brani. Così Burnett, assoldati Elvis Costello, Marcus Mumford, Jim James, Rhiannon Giddens, Taylor Goldsmith e Johnny Depp, è tornato a quella fonte miracolosa per abbeverarsi di un rock vertiginosamente puro e senza tempo. Il risultato sono le due versioni di Lost on the River: The New Basement Tapes che la Harvest ha da poco pubblicato in un box da 15 e uno da 20 brani scelti da quel raro repertorio dylaniano. E intanto la storia riallaccia le sue trame ben oltre le speranze più rosee: da poche settimane infatti, la Columbia ha licenziato "The Basement Tapes Complete: The Bootleg Series vol. 11", che recupera per intero in 6 cd tutti e 139 i brani del colossale capolavoro realizzato dall’Uomo di Duluth e i suoi soci della Band 47 anni fa.
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