CATANIA — Elvis Costello piomba birbante e sulfureo come un diavoletto rock sull' "Estate Catanese" e pungola la curiosità dei siciliani, che passano dal sospetto iniziale all' entusiasmo rumoroso, senza più pudori. Due ore di concerto molto ricco, serrato, imbastito tra presente e passato in tutte le combinazioni possibili dal cantautore anglo-irlandese. Che, alla testa dei suoi stagionati Attractions, suona da solo, in duo col tastierista Steve Nieve e con tutta la band rollante le canzoni dall' ultimo album All this useless beauty e altri classici di repertorio, trasformando gradualmente le reazioni della gente dalla tiepida accoglienza dei primi minuti al crescente delirio collettivo.
Tanto che, alla fine, non vogliono lasciarlo andare più via dopo una valanga di bis a ripetizione. Merito della consueta bravura dell' ex punk Declan McManus-Costello, agrodolce messaggero di un rock intelligente che deborda in altri territori, dal cabaret di qualità alla musica da camera di stampo quasi classico. Ma i già premiati meriti di Elvis Costello da soli non bastano a spiegare un successo di proporzioni insolite, ancor più sorprendente se si pensa che gli applausi sono lievitati piano piano, lentamente da un pubblico diverso dal solito del rock, un pubblico misto di tutte le età con ospiti paganti da tutta l' isola. Un auditorio multigenerazionale attento e curioso, famiglie intere che la sera vanno a teatro, nel chiostro di una chiesa, al porto o nei giardini di Villa Bellini per ascoltare e cercar di capire tutto. La chiamano "rinascita catanese" quest' esplosione di entusiasmo, d' interesse eclettico per gli "incontri letterari" coordinati dal filosofo Manlio Sgalambro (dalla scioccante conferenza di Jovanotti alle novità editoriali di Elisabetta Sgarbi), per la "musica di confine" del Kronos Quartet, i suoni contemporanei dei compositori siciliani come Giovanni Sollima o Salvatore Sciarrino, le "canzoni perdute" di Adamo, Nada e Gene Pitney, la danza di Joaquin Cortés e Raffaella Rossellini. E' il secondo anno consecutivo che il direttore artistico Franco Battiato, incoraggiato dall' instancabile sindaco di Catania Enzo Bianco, disegna il programma dell' "Estate Catanese" all' insegna della più spericolata e spesso intrigante fantasia. Non a caso Catania oggi sta dando molto al rinnovamento della musica pop in Italia. I nomi di Carmen Consoli, Brando, Mario Venuti, Luca Madonia e altri sono tra i più interessanti e da seguire nel panorama rock-leggero nazionale. In questo clima unico e rasserenante, tra i profumi inebrianti dei gelsomini e dei limoni, è maturata l' incredibile riuscita della "prima volta" di Elvis Costello in Sicilia. Solo due date per il nuovo tour dell' estroso musicista di Liverpool, che ha fatto il bis a Fano. Al Teatro all' aperto di Villa Bellini, Costello ha cantato a squarciagola molte delle sue canzoni già prestate ad altri, da Roger McGuinn a Johnny Cash, e ha spaziato per tutta la carriera. La sua voce aspra, a volte tirata fino agli acuti e ai toni più strazianti, ha finito per impressionare tutti, anche chi predilige le note più dolci e rassicuranti. Tra l' altro, il generoso Elvis ha riesumato ballate celebri come Veronica, scritta a quattro mani con Paul McCartney, e Almost blue, sussurrata a suo tempo dall' indimenticabile Chet Baker. Anzi, per rafforzare l' omaggio al malinconico trombettista-voce di velluto, Costello ha anche osato una sofferta My funny Valentine di Rogers & Hart, che è stata per anni uno dei grandi successi di Baker. Ma forse sono stati i rigurgiti del più spavaldo rock' n' roll a scatenare gli entusiasmi della folla: duemilaquattrocento in teatro e molte centinaia fuori in piazza, a guardare il megaschermo per tutti.
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