Rockstar, November 1980

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Taking Liberties

Elvis Costello

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   Peppe Videtti

Come un giovanissimo roller strappato alla memoria degli anni cinquanta (ma è già un luogo comune), Costello ha giocato da matti — in tutta la sua articolatissima produzione — a nascondersi dietro i 45 giri, i promos e gli EP, che hanno invaso il mercato inglese e quello americano, che ormai ha conquistato il pieno. Taking Liberties offre una grossa possibilità a tutti gli amatori che erano rimasti indietro. Per la massima parte questo nuovo Costello è una raccolta di retti di 45 di EP e di brani mai comparsi prima sui long-playing regolari.

Ma non solo: Taking Liberties è un album in gamba in tutti i sensi, anche se non è il Costello nuvo-di-zecca. La compilazione è stata curata con il solito gusto di distribuire dieci titoli su ogni facciata. Impossibile catalogarli tutti con la provenienza e le formazioni (sono 20!), ma si tratta di materiale inciso su etichetta Two Tone, F-Beat e Radar, dal 1977 al 1980. Tuni brani sono composizioni di Costello, tranne "Getting Mighty Crowded" di Van McCoy e "My Funny Valentine" di Rodgers & Hart.

Non c'è un grosso distacco, obiettivamente. tra questa opera e gli LPs che Elvis Costello ha prodotto in maniera più organica. Questa è una di,ostrazione eloquente che il suo modo di lavorare si incanta più sulla singola canzone e sul modo di concepirla nella maniera più completa possibile, piuttosto che sull'effetto di insieme che un certo numero di canzoni possa suscitare quando sono avvicinate in un micro solco.

Qui, soprattutto nella seconda facciata, le canzoni scivolano in perfetta armonia e stupefacentemente sincronizzate, sulle ali del disimpegno sognante e easy di "Hoover Factory," "(I Don'tWant to Go to) Chelsea," "Tiny Steps"...

Tutta la grafica (della confezione americana) è tesa a ricreare un ricercato effetto déjà vu: dai colori dell'intestazione alle note di copertina che si usavano un tempo e qui redatte da Gregg Geller, Vice Presidente della sezione Musica Contemporanea della Columbia Records. Elvis, davanti a una cabina telefonica, scrive a gessetto nell'aria la sua voglia di prendersi delle libertà.

Alla spigliata realtà musicale dell'insieme hanno pensato Elvis (per lo più accompagnato dagli Attractions) e Nick Lowe che risulta il produttore di una grossa mazzetta di composizioni. È proprio tutto loro il merito di rendere così affascinante questo rock 'n' roll un po' balordo e old-fashioned.

Ai più appassionati farà coniodo — trattandosi di una speciale compilazione — la lista dei titoli: "Clean Money," "Girls Talk," "Talking in the Dark," "Radio Sweetheart," "Black And White World," "Big Tears," "Just a Memory," "Night Rally," "Stranger in the House," "Clowntime Is Over," "Getting Mighty Crowded," "Hoover Factory," "Tiny Steps," "(I Don't Want to Go to) Chelsea," "Dr. Luther's Assistant," "Sunday's Best," "Crawling To The USA," "Wednesday Week," "My Funny Valentine," "Ghost Train."

Sarà solo un'impressione ma, al 90%, l'ascolto scivola meglio sulla seconda facciata, quella aperta alla memoria di Van McCoy.


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Numero Uno Rockstar, No. 2, November 1980


Peppe Videtti reviews Taking Liberties.

Images

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Page scans.

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Cover and contents page.
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Magazine scans thanks to Fulvio Fiore.

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