LOS ANGELES — Elvis Costello (insieme a T Bone Burnett) si è presentato sere fa all'Anfiteatro Universal, presupponendo che il suo material sarebbe stato sufficiente, senza apparati orchestrali e trucchi spettacolari, a comuniCare il messaggio. Presupposizione fondata. Per Costello è questa un'altra fase della sua evoluzione: da furioso anarchico, a esteta maturo, tutto ciò che è rimasto sul palcoscenico Universai delle sue precedenti incarnazioni, sono state le sue scarpe (ancora incredibilmente rosse) e il suo talento. Le sue composizioni hanno sviluppato una complicazione da orologio che s'awicina alla stessa macchinazione delle pene di cuore, che sono il tema principale delle sue liriche.
Il suo famoso album (1982) Imperial Bedroom riassume la sua vena migliore; ma è stato anche il risultato di fastidiosi problemi di studio e d'orchestra. L'altro, Punch the Clock fu, del pari, troppo elaborato, come per implicare che la musica era meno di ciò che appariva, con tutti quegli specchi e quelle luci. Pertanto è stato un piacere che ora Costello abbia avuto il coraggio di presentarsi con nessun altro accompagnamento che la sua chitarra e il suo pianoforte, offrendoci un personale tour de force, essenziale fino al midollo. Rock da Camera.
Con tutto il frastuono che s'espande oggi dai palcoscenici-rock, è stata un'oasi rinfrescante la chitarrina solitaria di Elvis Costello, il cui suono s'innalzava — una linea sottile d'intelligenza — vero il firmamento. Per portarci i suoi vecchi pezzi quali "Green Shirt" e "Shipbuilding" una sfornata di eccellenti brani nuovi, tra i quali "Only Flame in Town" e "Peace In Our Time" che ci hanno particolarmente colpito per la loro sofferta originalità. Costello scava, scava e trova. Contrariamente a molti autori moderni che scavano tutto il tempo senza mai trovare un accidente (musicale). Costello è diventato piú generoso (due ore di Show) contrariamente all'avarizia di un tempo, quando il suo Act durava in tutto quaranta stirati minuti e sembrava piú che altro un esercizio di provocazione.
In queste recenti due ore di spettacolo, Costello ha in piú mostrato di essere veramente esilarato e ispirato dalla devozione ammirata della folla, la quale seguiva, come un'onda, gli umori, gli alti e bassi di lui. Elvis Costello, insieme ad altri pochi gruppi, restituisce al rock la sua giusta importanza, il suo alto livello: quello cioè di essere musica jazz con liriche. È un rock tutto da ascoltare da capire e da assorbire. È un rock-da-far-sentire-al-babbo. Eccetto che la situazione padre-figli è oggi, grazie al rock, cambiata. Quaranta (circa) anni fa. quando il rock è nato, c'era un abisso tra la musica rock dei figli e la sweet-society-music dei genitori. Oggi i genitori sono a loro volta dei rockisti, sia pure nella zona salva dei Beatles. L'abisso di generazione è stato trivellato via del tutto o, almeno, ridotto. dal martellamento ostinato della gran cassa-rock che da quarant'anni a questa parte non s'è ancora fermata.
La sweet music, intanto, boccheggia e continua solo a piacere al pubblico sessantenne e piú anziano. Tra vent'anni, grazie a quel tamburone, terminerà. Ma non tutto il rock è tamburo. Elvis Costello sta anzi lí a dimostrare che può benissimo esistere un rock senza tamburo.
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