Non ci sono dubbi: la piccola etichetta Stiff, nel corso di questo discograficamente tormentato 1978, è riuscita a tirar fuori due personaggi che faranno sempre più parlare di sé: Ian Dury e Elvis Costello. E mentre il primo è rimasto con la Stiff, il secondo l'ha abbandonata; uno dei motivi, è l'assolutamente improvviso e imprevisto successo che il primo album di Costello, My Aim Is True, ha riscosso in America, il che ha indotto l'etichetta multinazionale Columbia-CBS ad offrirgli un favoloso contratto americano, mentre la WEA gliene offriva un altro altrettanto sostanzioso per assicurarsi la distribuzione europea.
Di colpo dunque, Elvis Costello è diventato una star, è già c'è chi dice (basandosi sia sulla sua versatilità musicale che sul suo fisico simpaticamente goffo) che Elvis Costello sta per diventare il nuovo Elton John della situazione.
Sembra un'affermazione azzardata, ma in verità, dopo l'ascolto di questo suo secondo LP, la cosa non è del tutto impossibile. La larghezza dei mezzi ha consentito una produzione impeccabile, che mancava invece nell'album precedente. In più, a difflerenza del primo LP, qui Costello suona con la sua propria band, gli Attractions: tre ottimi elementi, con il rock 'n' roll nelle vene, che sono il batterista Pete Thomas (ex Chili Willi), il bassista Bruce Thomas (ex Sutherland Brothers) e il personalissimo tastierista Steve Naive. Costello ovviamente canta (tutti i brani sono di sua composizione), e suona la chitarra.
Il disco ci mostra che Costello ha la stoffa dei grandi creatori di rock'n' roll music, da Gene Vincent a John Lennon a Bob Dylan a Elton John. Il suo album contiene un po' di tutti questi nomi, ma in una miscela che appartiene soltanto a Costello: una miscela creativa e non imitativa, una capacità di sintesi che è propria dei « rockers » migliori e più poliespressivi.
Come già accadeva per il precedente My Aim Is True, tutti i brani presenti in This Year's Model hanno la carica e l'originalità del « best-seller », sono insomma dei potenziali 45 giri: ricordiamo la sarcastica "This Year's Girl", la furiosa e trascinante "You Belong To Me", e ancora "Pump It Up", "Living In Paradise", "Lipstick Vogue", e poi tutte le altre: canzoni che entrano in testa, canzoni magistralmente "pop-rock" nel senso più realista del termine; canzoni, infine, con testi spiritosi e moderni, deliziosamente "smart". E con tutti questi elementi a suo favore, anche la voce a dire il vero un po' monocorde di Costello finisce per diventare, a sua volta, un fattore caratteristico.
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