Il Giornale, June 4, 2016: Difference between revisions
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Il rock, o perlomeno la musica moderna, è una miscela altamente infiammabile di creatività e commercio. Le star sono in cima al mondo e il pubblico non vuol conoscere soltanto le canzoni, ma anche la loro vita nei più piccoli particolari. | Il rock, o perlomeno la musica moderna, è una miscela altamente infiammabile di creatività e commercio. Le star sono in cima al mondo e il pubblico non vuol conoscere soltanto le canzoni, ma anche la loro vita nei più piccoli particolari. | ||
Un fenomeno che ai nostri tempi assume le dimensioni di una vera moda è quello dell'autobiografia, in cui il «re» si mette nudo davanti ai fan raccontando la propria grandezza, ma anche e soprattutto le proprie miserie e nefandezze. Guide esegetiche o autocelebrazioni (spesso) pruriginose? Un po' entrambe le cose, comunque le autobiografie delle star funzionano di brutto, come dimostra la classica Chronicles di Bob Dylan (una delle più lodate da pubblico e critica) o la recente Life dell'ancora pestifero Keith Richards. Addirittura si sprecano, e sul mercato si può trovare persino la storia di Peter Steele dei Type O Negative, ma tra i libri più intriganti del momento ci sono quelli di Elvis Costello, Patti Smith e del nostro Ennio Morricone. | Un fenomeno che ai nostri tempi assume le dimensioni di una vera moda è quello dell'autobiografia, in cui il «re» si mette nudo davanti ai fan raccontando la propria grandezza, ma anche e soprattutto le proprie miserie e nefandezze. Guide esegetiche o autocelebrazioni (spesso) pruriginose? Un po' entrambe le cose, comunque le autobiografie delle star funzionano di brutto, come dimostra la classica ''Chronicles'' di Bob Dylan (una delle più lodate da pubblico e critica) o la recente ''Life'' dell'ancora pestifero Keith Richards. Addirittura si sprecano, e sul mercato si può trovare persino la storia di Peter Steele dei Type O Negative, ma tra i libri più intriganti del momento ci sono quelli di Elvis Costello, Patti Smith e del nostro Ennio Morricone. | ||
«Mi trovavo nel fetido e lercio camerino di un locale, in uno scantinato in Charing Cross Road, a un certo punto del 1975. A fatica avevamo portato a termine la prima parte di un concerto, di fronte a un pubblico scarso e distratto. Eravamo in pausa fingendo di goderci una bottiglia di birra calda. Almeno, così ci era stato detto facevano i veri musicisti». Così racconta i suoi esordi Elvis Costello nelle 872 pagine del suo ponderoso volume dallo strano titolo (ma cosa non è strano quando si parla di Costello?) ''Musica infedele & inchiostro simpatico'' (Baldini & Castoldi) prima di diventare uno dei personaggi più celebrati e poliedrici del music business. Dalla new wave più energetica è passato al jazz e al repertorio di George Gershwin, con la benedizione del fratello Ira, senza perdere la sua inventiva e il suo spirito rock. Il libro è una miniera di aneddoti, dalle prime collaborazioni con Paul McCartney (i concerti benefici alla Royal Albert Hall dedicati alla moglie Linda) ai concerti a fianco dei Clash, dove scoppiavano risse gigantesche e Costello era talmente ubriaco di birra e Pernod «da non riuscire né a contare né a stare in piedi». Un'epopea in cui Joe Strummer, il leader dei Clash, si lanciava dal palco in mezzo al pubblico, che si apriva come il Mar Rosso lasciandolo schiantare sul pavimento di cemento. Costello lo ammette: prendeva spunto ovunque... Per creare Oliver's Army, un successo da disco d'oro che venne cantato anche allo stadio dai fan del Liverpool, arrangiò la parte del pianoforte ispirandosi a una melodia degli Abba. Tra le sue maggiori fonti di ispirazione - oltre ai libri di Shaw, Yeats e Oscar Wilde che divorava da ragazzino - c'è il papà cantante, il quale interpretava i grandi successi nella popolare orchestra di Joe Loss e gli fece scoprire Please Please Me dei Beatles mentre si allenava a cantarla in casa seguendo il disco, e persino - per gli atteggiamenti scenici - il mitico wrestler Mick McManus che, guarda caso, si chiamava come lui. (Il vero nome di Costello è infatti Declan MacManus). | «Mi trovavo nel fetido e lercio camerino di un locale, in uno scantinato in Charing Cross Road, a un certo punto del 1975. A fatica avevamo portato a termine la prima parte di un concerto, di fronte a un pubblico scarso e distratto. Eravamo in pausa fingendo di goderci una bottiglia di birra calda. Almeno, così ci era stato detto facevano i veri musicisti». Così racconta i suoi esordi Elvis Costello nelle 872 pagine del suo ponderoso volume dallo strano titolo (ma cosa non è strano quando si parla di Costello?) ''Musica infedele & inchiostro simpatico'' (Baldini & Castoldi) prima di diventare uno dei personaggi più celebrati e poliedrici del music business. Dalla new wave più energetica è passato al jazz e al repertorio di George Gershwin, con la benedizione del fratello Ira, senza perdere la sua inventiva e il suo spirito rock. Il libro è una miniera di aneddoti, dalle prime collaborazioni con Paul McCartney (i concerti benefici alla Royal Albert Hall dedicati alla moglie Linda) ai concerti a fianco dei Clash, dove scoppiavano risse gigantesche e Costello era talmente ubriaco di birra e Pernod «da non riuscire né a contare né a stare in piedi». Un'epopea in cui Joe Strummer, il leader dei Clash, si lanciava dal palco in mezzo al pubblico, che si apriva come il Mar Rosso lasciandolo schiantare sul pavimento di cemento. Costello lo ammette: prendeva spunto ovunque... Per creare Oliver's Army, un successo da disco d'oro che venne cantato anche allo stadio dai fan del Liverpool, arrangiò la parte del pianoforte ispirandosi a una melodia degli Abba. Tra le sue maggiori fonti di ispirazione - oltre ai libri di Shaw, Yeats e Oscar Wilde che divorava da ragazzino - c'è il papà cantante, il quale interpretava i grandi successi nella popolare orchestra di Joe Loss e gli fece scoprire Please Please Me dei Beatles mentre si allenava a cantarla in casa seguendo il disco, e persino - per gli atteggiamenti scenici - il mitico wrestler Mick McManus che, guarda caso, si chiamava come lui. (Il vero nome di Costello è infatti Declan MacManus). |
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