Mucchio Selvaggio, March 1979: Difference between revisions
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« This year's model » verrà poi eletto album dell'anno per il 1978 dal Melody Maker, mentre la fama di Elvis comincia da quel momento vertiginosamente a salire. | « This year's model » verrà poi eletto album dell'anno per il 1978 dal Melody Maker, mentre la fama di Elvis comincia da quel momento vertiginosamente a salire. | ||
II resto del 1978 non fa segnare avvenimenti di particolare rilievo, solamente alcuni concerti dati in occasione di Rock against the racism, l'organizzazione anti razzista che si propone di combattere alcuni nuovi rigurgiti reazionari che sembrano prendere piede in certe zone di Londra. Inutile precisare la bontà delle esibizioni live date da Costello, delle quali possiamo avere del resto un ottimo assaggio nell'e.p. che viene distruibuito in omaggio con il suo nuovo disco «Armed forces » uscito da pochissimo sul mercato internazionale. Se Elvis Costello ci sembrava sostanzialmente un ottimo compositore e cantante, ora abbiamo anche la dimostrazione di quanto gli Attractions (il suo gruppo accompagnatore) siamo preparati musicalmente, nella lunga, inquietante versione di « Watching the detective » (una delle due facciate dell'e.p.), ricomposta e dilatata in una nuova interpretazione piena di suggestioni sonore misteriose e leggere. Siamo dunque arrivati ad « Armed forces », appena uscito e subito accolto con grande soddisfazione dai critici inglesi. Innanzitutto un cenno alla copertina: è stata concepita e disegnata con uno stile che spazia dall'Action painting di Jackson Pollock, risolto in mille possibili variazioni, ad una grafica invece pulitissima e concettuale, con colori che vengono solamente etichettati, ma non raffigurati, in cartellini gialli disposti in fila all'interno del disco. C'è poi un'orgia totale di altri colori, di linee, di schemi ritmici che invadono tutta la cover, dietro al quale si nasconde, probabilmente, uno studio cromatico e geometrico veramente notevole. Il disco riflette forse il caos così abilmente manipolato della copertina? Assolutamente no. E' di una pulizia, di un ordine formale che lascia veramente stupiti. Tutti i pezzi sono saldati rispetto ai due | II resto del 1978 non fa segnare avvenimenti di particolare rilievo, solamente alcuni concerti dati in occasione di Rock against the racism, l'organizzazione anti razzista che si propone di combattere alcuni nuovi rigurgiti reazionari che sembrano prendere piede in certe zone di Londra. Inutile precisare la bontà delle esibizioni live date da Costello, delle quali possiamo avere del resto un ottimo assaggio nell'e.p. che viene distruibuito in omaggio con il suo nuovo disco «Armed forces » uscito da pochissimo sul mercato internazionale. Se Elvis Costello ci sembrava sostanzialmente un ottimo compositore e cantante, ora abbiamo anche la dimostrazione di quanto gli Attractions (il suo gruppo accompagnatore) siamo preparati musicalmente, nella lunga, inquietante versione di « Watching the detective » (una delle due facciate dell'e.p.), ricomposta e dilatata in una nuova interpretazione piena di suggestioni sonore misteriose e leggere. Siamo dunque arrivati ad « Armed forces », appena uscito e subito accolto con grande soddisfazione dai critici inglesi. Innanzitutto un cenno alla copertina: è stata concepita e disegnata con uno stile che spazia dall'Action painting di Jackson Pollock, risolto in mille possibili variazioni, ad una grafica invece pulitissima e concettuale, con colori che vengono solamente etichettati, ma non raffigurati, in cartellini gialli disposti in fila all'interno del disco. C'è poi un'orgia totale di altri colori, di linee, di schemi ritmici che invadono tutta la cover, dietro al quale si nasconde, probabilmente, uno studio cromatico e geometrico veramente notevole. Il disco riflette forse il caos così abilmente manipolato della copertina? Assolutamente no. E' di una pulizia, di un ordine formale che lascia veramente stupiti. Tutti i pezzi sono saldati rispetto ai due lavori precedenti in una totalità che ha più potenza ed anche più varietà, con arrangiamenti che sono il non plus ultra della raffinatezza e dell'intellettualità. Il discorso di fondo è ancora, chiaramente, la musica di origine '50-'60 con riferimenti meno evidenti però a questo o a quell'artista, perché l'impressione che si ha è proprio quella di un Elvis Costello completamente autonomo, padrone di sé, solo leggerissimamente influenzato dall'aria di revival che pur aveva così intelligentemente qualificato i suoi precedenti lavori. Prendiamo ad esempio 'Oliver's army': è un pezzo di chiara matrice '50, ma se andiamo ad ascoltare più attentamente tra le pieghe del suo arrangiamento potremo rinvenire qualcosa dei Beatles di « We can work it out », oppure un organo che sembra uscito da un film di Antonioni ambientato in un atelier di moda anni '50, così raffinato, sofisticato, discreto. | ||
« Accident will happen » è uno dei pezzi che amo maggiormente: è dotato di un'armonia vocale veramente unica, una sintesi perfetta tra passato e presente impostata da Costello con partecipazione emotiva sempre intensa ed avvolgente. E che dire di « Moods for moderns » sostenuta da un ritmo funky levigatissimo e sfavillante di un'originalità che da nessuno in quindici anni di rock ho mai sentito proporre. Tutto è perfetta sintesi in « Armed forces », e ben difficilmente, penso, Elvis potrà superare le vette raggiunte tra i solchi di quest'album, a meno chiaramente di spostare completamente il baricentro fondamentale di questa musica, che rimane tutto sommato sempre ed essenzialmente imparentata con la tradizione del rock'n'roll e delle ballads Che hanno fatto la fortuna di Buddy Holly, dei Beatles e di BrucJ Springsteen. Ascoltate « Chemistry class » o « Busy bodies » per rendervi conto della perfezione che ha raggiunto il rock'n'roll oggi, modernizzato, riagganciato, rivitalizzato completamente da questo nuovo genio uscito timidamente due anni fa ed ora leader indiscusso di tutto il nuovo rock, ne vale assolutamente la pena. Bene, il mio discorso su Elvis Costello può anche concludersi qui; vi segnalo ancora « Sunday's best », una simpatica marcetta dal vago sapore paesano, e a Two little Hitiers » ritmica e scarna con ampie suggestioni sixties, prima di congedarmi definitivamente. Penso che a questo punto i motivi per accostarvi ad Elvis Costello non vi mancheranno siquramente; se cercate ancora attimi di distensione, ma non di commercialità, se volete riscoprire la genuina carica del primo rock'n'roll, ma nello stesso tempo non volete il solito prodotto revival fine a sé stesso tranquillizzatevi, avete trovato il vostro uomo. | |||
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