Croce e delizia del rock’n’roll, e più in generale della musica tutta, le compilation si riproducono per loro natura come conigli.
Che si tratti di una questione di sopravvivenza piuttosto che di un instinto morboso, non fa molta differenza: di compilation ce ne sono troppe. Prendiamo Elvis Costello, per esempio, nella cui carriera non si contano le raccolte, le uscite a tema e i best all’interno per di più di una discografia già sovrapopolata di ristampe, extended versions e edizioni limitate.
C’era bisogno allora di questo Rock And Roll Music? No, se si pensa che di inedito c’è ben poco: una versione demo di "Welcome to the Working Week," che sarà inclusa per altro nella imminente deluxe edition di My aim is true, e un paio di tracce live già note ai fans.
La scaletta copre il periodo dal 1977 al 1986 e si presenta come un bigino buono per chi si fosse perso o dimenticato la prima parte della carriera di Costello. Tra b-sides e singoli questo diventa così il disco rock’n’roll che Costello non fa (o non riesce a fare) da tempo.
Sono gli anni in cui il nostro pare uno studentello occhialuto appena scappato da una bliblioteca per unirsi a quella macchina da rock che sono gli Attractions: nonostante imbracci la chitarra in modo apparentemente incerto, Costello suona a mille, ansioso e nervoso come un giovane punk determinato a trovare una via di fuga.
Sin dall’iniziale "Lipstick Vogue" (1978) si fanno avanti le tastiere di Steve Nieve ed un ritmica che si produce volentieri anche in colpi di vocals: a tratti si sente che siamo in un’altra epoca, ma pezzi come "Big Tears" e "I Don't Want to go to Chelsea" stanno ancora in piedi alla grande. Si fatica a credere che parecchi di questi siano stati solo delle b-sides, per lo più raccolti in Taking Liberties (altra compilation!). Da notare poi le apparizioni di Mick Jones, Dave Edmunds e la produzione di Nick Lowe, denominatore comune di tutta la scaletta.
Dopo l’omaggio al rock’n’roll anni ’50 in stile Elvis (Presley), l’arcinota "What's so Funny 'Bout Peace, Love and Understanding" con il suo l’intreccio ritmica-piano-chitarre fa capire perché sia stata rifatta tra i tanti anche da Springsteen. Non ci sono ovviamente cali di tensione e i pezzi "minori" tengono botta grazie soprattutto alle keyboards di Steve Nieve che spingono in modo quanto mai rock.
Chiudono "Tokyo Storm Warning," con quello scenario da fine del mondo ancora attuale, e una versione di "Welcome to the Working Week" per chitarra elettrica e voce che conferma quanto Elvis Costello sappia ancora incidere quando indossa i panni del rocker. Speriamo torni presto a farlo in studio. Non solo nelle compilation.
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