A 49 anni Elvis Costello è uno dei più inclassificabili musicisti di oggi. In più di venticinque anni di carriera lo hanno etichettato in tutti i modi possibili: punk, new wave, art-rock, neo-classico, pop con retrogusto jazz, kurtweilliano, bacharachiano, balladeur, jolly impazzito, sempre tra i musicisti più aperti, acuti e, appunto, difficilmente catalogabili dei nostri tempi. Adesso che ha pubblicato "North", il suo primo album per la Deutsche Grammophon, la più celebre etichetta di musica classica (la stessa di Herbert von Karajan, Claudio Abbado, Maurizio Pollini, Arturo Benedetti Michelangeli e Pierre Boulez), il quesito "chi è Elvis Costello e che musica suona?" rimbalza con più amletico e imbarazzante dubbio. Ma niente paura: Costello-Declan MacManus arriva lunedì sera al Manzoni, su invito sempre dell' "Aperitivo in Concerto" (che con Zorn regala una bella doppietta), per riproporre in forma essenziale le canzoni di "North" e altri successi, con la sola complicità di Steve Nieve al piano, vecchio amico, complice ed ex Attractions. Riascoltando le sofisticate song di Costello depurate degli arrangiamenti raffinati dell' album, senza i solisti di grido che fanno capolino tra i solchi, si potrà meglio capire quanto ha affermato lo stesso Elvis di recente. Primo, che non ha nessuna intenzione di passare alla classica, ci mancherebbe. Il fatto che ora sia legato all' etichetta tedesca è solo l' ultimo, vistoso segnale che i tempi sono cambiati. In sintesi, il cantautore inglese sostiene che anche la Deutsche Grammophon è alla ricerca di nuove forme musicali. «Il mio non un disco di classica, ma non è neanche di arte seria. è aperto a ogni ascoltatore, a patto che abbia la pazienza di ascoltarlo veramente. Non è importante trovargli una definizione, "North" è un disco di una nuova specie. Una specie di cui vedremo, di qui in avanti, molti altri esemplari».
|