Rocklab, December 18, 2004

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The Delivery Man

Elvis Costello

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  Marco Redaelli

Francamente avevo quasi perso le speranze; credevo che Elvis non sarebbe più tornato al rock, continuando con i suoi particolarissimi progetti (che comunque non cessano) in bilico tra sperimentazione e lirica. Progetti senza dubbio meritevoli, e di un certo interesse, ma che col rock e con il vero animo di Costello hanno ben poco a che spartire. Si perché il rock è una cosa che la si ha nel sangue, ci si può dedicare ad altro ma prima o poi torna sempre fuori e ,per fortuna, dopo una lunga attesa, il rock di Elvis Costello è tornato alla luce. La storia di “the Delivery Man” comunque è un pochettino complicata.

Sembra che in origine questo dovesse essere un concept che narrava la storia di Abel, un uomo con un passato turbolento. Poi Elvis ha deciso di “annacquare” il tutto aggiungendo canzoni che con la storia non hanno nulla a che fare e di spostare l’ordine dei brani in modo da rendere la decifrazione della vicenda ancora più complicata. Il motivo di questa sua scelta non è chiaro ma sembra che la figura di Abel sia esistita veramente e il nostro non volesse dare troppi indizi agli ascoltatori sulla sua vera identità (dovrebbe comunque essere un personaggio famoso). Comunque questi sono solo dettagli perché questo è un signor disco, un lavoro che mischia sonorità rock, jazz, folk, blues, ballate struggenti e micidiali rock dal tiro irresistibile. Costello sembra essere tornato alle origini, ai tempi di album come “This Year’s Model” e la cosa mi rallegra molto. Ad accompagnarlo in questa sua nuova avventura sonoro ci sono i fidati The Imposters e un paio di ospiti di grande prestigio come Lucinda Williams e Emmylou Harris.

Ma ora bando alle ciance e vediamo di analizzare le 13 song che compongono questo album. “Button My Lip” è un garage rock sguiato, con un piano jazzy a guidare le danze e dà subito l’idea che le cose sono cambiate rispetto al passato. “Countrry Darknes” è invece una suadente ballata con piano e pedal stell che don al brano un nonsochè di atmosfera country, niente finzioni, niente orpelli solo una grande canzone. “There’s a Story in Your Voice” vede la partecipazione di Lucinda Williams in versione super cattiva. La biondina tira fuori tutto il suo profondo animo rock e confeziona una prova strepitosa per una grande canzone rock, secca ed immediata come deve essere. “Either Side of the Same Town” è invece una dolce ballata pianistica di grande impatto, splendida la prova di un Elvis Costello davvero ispirato. “Bedlam” ritorna su sentieri garage- rock- blues, grande lavoro della sezione ritmica e dell’hammond che compongono un imponente muro sonoro a sorreggere le note sguiate di un Costello prima maniera. La title track è una rock ballad pianistica resa particolare dal cantato scomposto e sguiato di Elvis mentr e “Monkey To Man” (che è anche il singolo di lancio) è un irresistibile rock tutto stop and go, con al sezione ritmica sugli scudi e la Gibson del nostro grande protagonista. Grande tiro , un ritornello killer e tanta adrenalina, gli elementi base di ogni vera rock song. In “Nothing Clings Like Ivy” fa la sua comparsa Emmylou Harris che accompagna Costello in una dolce e lenta ballata da spellarsi le mani. Il disco va avanti su queste coordinate, ad un brano rockato ne segue uno lento e riflessivo; è così ora il turno di “Name of This Thing Is Not Love” una rock ballad pianistica in tempo medio davvero efficace. Ancora Emmylou è la seconda voce per “Heart Shaped Bruise” ennesima ballatona strappalacrime, grande lavoro di piano e delle voci, ed ennesimo centro. La bellezza dei brani di questo album è che non sono mai banali e sanno sempre emozionare l’ascoltatore. “Needle Time” riporta in alto la temperatura con il suo rock blues leggermente low –fi. “The Judgement” invece è una ballata sguiata, a Costello riescono bene questo genere di brani e questa ne è la riconferma. Anche in questo brano, come in tutto il disco, è importantissimo il lavoro del piano vero strumento principe di tutto l’album. Si chiude con “Scarlet Tide”: la voce femminile è quella della talentuosa Allison Krauss che accompagna il buon Elvis in questa fascinosa ballata folk per sole voci e ukulele.

Abbandonati i campionamenti, le partiture orchestrali, le viole e l arpe Elvis Costello ci regala un disco semplice e di grande bellezza, speriamo sia un ritorno vero non solo un episodio. Costello è uno dei grandi della nostra musica e questo album è qui a dimostrarlo.

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Rocklab, December 18, 2004


Marco Redaelli reviews The Delivery Man.

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