Review of concert from 2002-07-26: Cagliari, Italy - with Imposters
Unione Sarda, 2002-07-28
- Nando Mura (translation required)
Gran concerto alla Fiera del musicista sotto un cielo scuro e minaccioso
Brividi con Elvis Costello
Il rocker non tradisce i suoi infreddoliti fan
Devessere stato un tuffo nel passato remoto quello che Elvis Costello
ha fatto laltra notte alla Fiera: quelle poche centinaia di irriducibili
fan che hanno sfidato la pioggia gli hanno fatto rivivere latmosfera
di quando Declan Patrick McManus non era ancora una tigre del rock e
si esibiva a Liverpool insieme con i Flip City. Trentanni dopo
Cagliari ha respirato quel clima, ricevendo in regalo un gioiellino
di straordinaria bellezza, da custodire gelosamente, due ore di grande
musica, alla faccia del cielo minaccioso. Anzi, è proprio in
queste occasioni che affiorano classe e professionalità dei big:
Elvis Costello e i suoi Imposters hanno partorito un concerto che ha
avuto la stessa energia di un kermesse davanti a centomila spettatori.
Del resto, metafora calcistica, le grandi squadre vincono gli scudetti
perché non giocano bene, e vincono, solo i big match nei grandi
stadi: impegno e serietà emergono soprattutto nelle partite di
modesto richiamo, nelle piccole platee, davanti a pochi spettatori e
con le telecamere lontane.
Quel che stupisce e sorprende di questo musicista che Paul McCartney
avrebbe eletto a quinto Beatle è che la faccia è la stessa
di quando, nel 1973, non aveva ancora scelto il nome darte del
grande Presley e si aggirava per lInghilterra, schiacciato dalla
robaccia del punk con quel look da imbranato impunito, che
ha sempre saputo mettere le note giuste sul pentagramma e poi sulle
tastiere di chitarre acustiche ed elettriche, accompagnandosi con una
voce niente male, e viaggiando in quellimmenso oceano del rock
senza mai rischiare di annegare.
Its only rock and roll: Elvis Costello, in una serata indimenticabile,
ha tenuto alta la tensione accentuando le cadenze, pescando dallinesauribile
repertorio che lo vede da quasi trentanni insediato tra i big
di questo genere musicale che proprio lui continua ad alimentare, nutrendosi
a sua volta con il pane e il salame del rock, sconfinando nel jazz e
nel blues. Lo ha fatto soprattutto con Almost Blue, brano
ripreso da Chet Baker, ma anche con la dolcissima Alison
regalando poi le fiammate della rovente Pump It Up con,
la quale ha, puntualmente, chiuso la serata.
Elvis Costello ha sparato subito forte le sue mille cartucce: Ciao
Cagliari, come stai?, e poi una sequenza di brani incollati uno
allaltro, tenuti insieme dalla potenza che solo il rock and roll
può produrre, trasformando un concerto diventato suo malgrado
di nicchia in una serata (allestita da Vox Day) che avrebbe meritato
una cornice migliore. Colpa della pioggia, di un calendario saturo,
forse anche dei prezzi e soprattutto di un atteggiamento un po
snob di una città sensibile ad altri richiami, spesso volgari
e commerciali, figli di quella siringa tossica che è la tv, una
Cagliari che relega una stella come Elvis Costello in un parcheggio
per trattori allinterno della rassegna fieristica.
Ma se la Sardegna ha tradito, Costello non ha tradito, regalando un
bis di altre sei canzoni, forse anche per farsi perdonare la mezzora
di ritardo (il concerto è cominciato alle 22,31), perché
la teoria dei pochi ma buoni continua a essere vincente, e chi laltra
notte era lì con felpe e k-way tirati fuori dagli armadi invernali
per scaldare una notte di mezza estate era davvero attratto, affascinato,
innamorato di questo londinese del 1954. Che, visitando il rock, non
si è mai fatto mancare niente, neanche stavolta, accompagnato
da Steve Nieve alle tastiere, Milo Lewis alla batteria e Stan Armstrong
al basso: tutti bravissimi, e anche loro con quella faccia un po
così di chi ha sposato una causa musicale e non la tradirà
mai, riproponendo con passione note e accordi di When I Was Cruel,
oppure Chelsea, o ancora Less Than Zero, una
lunghissima suite che ha premiato i fedelissimi imbaccuccati ma felici:
il rock sarà sempre un bel caminetto davanti al quale scaldarsi,
e le fiammate di artisti come Declan Patrick McManus sono più
belle così. In mezzo alla strada, sotto la pioggia, tra morchia
e polvere: un rock quasi clandestino. Esattamente come quello che il
futuro Elvis Costello grattugiava nel sottobosco di Liverpool, Fiera
di Cagliari.
Nando Mura