Classic Rock Italy, November 2018

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Domani chiamo McCartney!


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   Eleonora Bagarotti

Avevamo iniziato l'estate allarmati per il suo stato di salute. Poi, per fortuna, Elvis Costello è tornato in pista a sorpresa con un album degno della sua fama. Perché in fondo, il suo obiettivo è l'eternità.

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Il cielo sopra Londra è insolitamente azzurro e soleggiato, eppure gli alberi di Hyde Park, poco distanti, gronda-no di foglie rossastre. L'autunno è alle porte e così il nuovo album di Elvis Costello, che lo presenta in antepri-ma negli studi della BBC Radio 4, dove arriva scendendo da un taxi, puntualissimo come un vero londoner. Indossa l'amatissimo cappello -nel corso dell'intervista ne cambierà due, uno chiaro e uno scuro, lasciato in bella mostra in un piccolo camerino in cui ci sono anche due giacche sgargianti appoggiate su una sedia e varie sciarpe fantasia. Così, dopo un amiche-vole saluto - in attesa dell'immancabile tazza di tè - gli chiedo se ha mandato qualcuno a organizzare il suo guardaroba. "No - dice sorridendo - alla BBC, dove da sempre sono ospitato in vari programmi, è già tutto predi-sposto. Si direbbe che conoscono i miei gusti, vero?".

Vero. Non che Costello abbia catturato il suo pubblico grazie al look. Pur avendo un suo sti-le, negli ultimi anni riproposto in concerto e anche in trasmissioni televisive che lo hanno visto conduttore (Spectacle), è il suo raffinato e ribelle cantautorato intellettuale a renderlo unico e inimitabile. Un grande dassico, entra-to a far parte della storia della musica raggiun-gendo un traguardo ben più consolidato ri-spetto agli inizi nella Stiff Records di Jack Rive-ra, dove il ruolo punk (termine da prendere in senso lato) a Costello, "stretto" tra Nick Lowe e Ian Dury, non calzava perfettamente. A di-spetto di quell'antipatico episodio degli inizi. Anni 70/80, un dub del sud, America bianca e un po' razzista. Elvis Costello e gli Attractions vengono quasi alle mani con musicisti neri della band di Stephen Stills. Battutacce razzi-ste all'origine del diverbio. Elvis in testa. Un amico italiano, quando sa che volerò a Londra per intervistarlo, mi suggerisce di chiedergli un chiarimento. Di questi tempi, è urgente. Ok, lo ammetto: mi piacerebbe sapere cosa prova Elvis Costello, quello di Get Happy, il collezionista di singoli della Stax, quando oggi ripensa a quello spiacevole incidente. In-somma, andò così? Fu un equivoco o... che cazzo passava per la mente del musicista che qualche anno dopo avrebbe collaborato con Allen Toussaint? 'Alcool. Per la mente passava alcool", risponde subito alla domanda scomo-da. E aggiunge: "Non vado fiero di quell'epi-sodio. Anche se negli anni è stato raccontato con l'aggiunta di particolari molto romanzati e un po' eccessivi, testimonia quanto, da gio-vani, si era tutti troppo aggressivi alla Stiff -dove ci chiedevano di esserlo il più possibile, specialmente a me che non possedevo certo il "phisique du ròle" e, soprattutto, un bel po' imbecilli. Ho avuto l'occasione di rivedere Stilis e di scusarmi con lui. È bello fare la pace, soprattutto sentirsi in pace. Oggi sto bene con me stesso".

Prima di entrare nel merito del nuovo album di Elvis Costello and the Imposters, Look Now, ricordiamo che qualche mese fa, dopo un periodo di forzata assenza dalle scene, El-vis ha fatto outing: "Ho dovuto combattere con un tumore, ma ho avuto la meglio. Sono stato fortunato, me ne sono preso molta cura. Mi è dispiaciuto interrompere il tour, ma non avevo certo l'energia per affrontare il pubblico. Ora invece sto bene e torno in pista".


Come mai hai deciso di fare un an-nuncio ufficiale sulla tua esperien-za con la malattia?

Ci ho riflettuto molto, sapevo che avrei rice-vuto molti messaggi e che poi avrei dovuto parlarne nelle interviste. Ho capito una cosa: era proprio quello che volevo. Mi piace l'idea di dire alle persone che magari stanno com-battendo contro il cancro, "Ehi, ce la potete fare, prendetevi cura di voi stessi. Guardate me, io ce l'ho fatta, eccomi qui! Forza e co-raggio!". Mi è sembra doveroso essere un te-stimonial di speranza, è importante.

Qual è il mood che ha contraddistinto la creazione di Look Now?

Non necessariamente triste, anche se il titolo rimanda all'importanza dell'essere qui ora. L'album contiene diverse atmosfere, direi che il sound generale è brillante. In studio di registrazione, con Steve Nieve alle tastie-re, Davey Faragher al basso e Pete Thomas alla batteria, è stato come tornare a essere improvvisamente dei ragazzi che si ritrova-no nello scantinato o nel garage per provare insieme. La musica è sgorgata spontanea, ognuno ci ha messo del suo. Abbiamo di-scusso le canzoni, le dinamiche, certi aspetti importanti come l'esserci ritrovati li, dopo anni. Non abbiamo affrontato l'argomento, era come se parlassero i nostri sguardi. Ricor-do giornate lunghissime in cui nessuno vo-leva tornarsene a casa: "Ehi, folks, qui tocca andare a riposare altrimenti domani non da-remo il massimo". E allora si spegneva tutto e si tornava a casa. Perché, comunque, non abbiamo più vent'anni, anche se nello spirito ce li sentivamo e credo che questo traspaia nell'album, che ha una sua vitalità.

L'album è stato ufficialmente lan-ciato con lo slogan "bello nella sua semplicità". Intendi forse dire che oggi gli arrangiamenti e le produ-zioni sono troppo complicate?

Di sicuro, il suono di Look Now è libero di scorrere, ha un suo respiro, non ci sono sovrastrutture. C'è poi stata, come dicevo, la bellezza della spontaneità anche mentre componevo le canzoni. Le orchestrazioni non le coprono, non confondono, contribuiscono al risultato. Ne sono molto soddisfatto, si capisce?

Be', i singoli che stanno già circo-lando sono una conferma, per chi ti segue e ti apprezza da sempre.

Mi fa piacere. La musica non deve sempre suscitare stupore, credo che lo stupore che





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Eleonora Bagarotti interviews Elvis Costello.

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