Mucchio Selvaggio, March 1993: Difference between revisions
(linkage) |
(formatting / update links) |
||
(5 intermediate revisions by 2 users not shown) | |||
Line 1: | Line 1: | ||
{{Bibliography header}} | {{Bibliography header}} | ||
{{:Bibliography index}} | {{:Bibliography index}} | ||
{{: | {{:Mucchio Selvaggio index}} | ||
{{: | {{:Italy publications index}} | ||
{{:European publications by country index}} | |||
{{Bibliography article header}} | {{Bibliography article header}} | ||
<center><h3> The Juliet Letters </h3></center> | <center><h3> The Juliet Letters </h3></center> | ||
<center>''' Elvis Costello </center> | <center>''' Elvis Costello </center> | ||
---- | ---- | ||
<center> Marco Denti </center> | {{GT | link = https://translate.google.com/translate?sl=it&tl=en&js=y&prev=_t&hl=en&ie=UTF-8&u=http%3A%2F%2Fwww.elviscostello.info%2Fwiki%2Findex.php%2FIl_Mucchio_Selvaggio%2C_March_1993&edit-text= }} | ||
<center> {{mm}} Marco Denti </center> | |||
---- | ---- | ||
{{scanx}} | |||
{{Bibliography text}} | {{Bibliography text}} | ||
''The Juliet Letters'' è una raccolta di ipotetiche lettere destinate a Giulietta Capuleti, l'eroina di una love story tanto contrastata da diventare l'archetipo base di tutte le vicende dalle tonalità tendenti al rosa. Le altre estremità di questo rapporto epistolare erano amanti delusi, affranti o semplicemente in difficoltà, che si rivolgevano alla nostra Juliet per chiedere udienza, consiglio, conforto. | ''The Juliet Letters'' è una raccolta di ipotetiche lettere destinate a Giulietta Capuleti, l'eroina di una love story tanto contrastata da diventare l'archetipo base di tutte le vicende dalle tonalità tendenti al rosa. Le altre estremità di questo rapporto epistolare erano amanti delusi, affranti o semplicemente in difficoltà, che si rivolgevano alla nostra Juliet per chiedere udienza, consiglio, conforto. | ||
Line 15: | Line 17: | ||
Grazie ad un accademico veronese questa strana corripondenza emerge sui giornali locali e costituisce la fonte d'ispirazione iniziale per ''The Juliet Letters'' di Elvis Costello. Oltre ad essere estremamente romantica, l'idea è molto bella, la musica scelta per rappresentarla — un quartetto d'archi — quanto mai appropriata, e Costello non si limita a cantare le noie e le gioie del cuore. La poesia, perché di questo si tratta, di "The Letter Home," di "Dear Sweet Filthy World," e più di ogni altra, di quell'immaginario messaggio del Golfo ripreso in "I Thought I'd Write To Juliet" suonerebbe comunque bene con qualsiasi altro strumento, dal combo pop degli Attractions al piano di Robert Wyatt, dai fiati della Dirty Dozen Brass Band ai mandolini dei Pogues. | Grazie ad un accademico veronese questa strana corripondenza emerge sui giornali locali e costituisce la fonte d'ispirazione iniziale per ''The Juliet Letters'' di Elvis Costello. Oltre ad essere estremamente romantica, l'idea è molto bella, la musica scelta per rappresentarla — un quartetto d'archi — quanto mai appropriata, e Costello non si limita a cantare le noie e le gioie del cuore. La poesia, perché di questo si tratta, di "The Letter Home," di "Dear Sweet Filthy World," e più di ogni altra, di quell'immaginario messaggio del Golfo ripreso in "I Thought I'd Write To Juliet" suonerebbe comunque bene con qualsiasi altro strumento, dal combo pop degli Attractions al piano di Robert Wyatt, dai fiati della Dirty Dozen Brass Band ai mandolini dei Pogues. | ||
Quindi non c'è da stupirsi più di tanto se Elvis Costello sceglie il Brodsky Quartet (quattro tizi cresciuti con una rigida dieta di Schubert, Beethoven e Bela Bartok) per realizzare la musica di ''The Juliet Letters''. Le canzoni, ecco il problema: e non perché rispecchino per struttura, forma e durata (tre minuti, come di regola) i canoni compositivi del pop sebbene suonate dagli archi, ma per via di quanto valgono. Diciamolo chiaramente: Elvis Costello è ''troppo'' bravo e ognuno di questi venti brani è potenzialmente uno schiaffo in faccia alla grossolanità di una grossa, immensa percentuale della musica moderna. | Quindi non c'è da stupirsi più di tanto se Elvis Costello sceglie il Brodsky Quartet (quattro tizi cresciuti con una rigida dieta di Schubert, Beethoven e [[Béla Bartók|Bela Bartok]]) per realizzare la musica di ''The Juliet Letters''. Le canzoni, ecco il problema: e non perché rispecchino per struttura, forma e durata (tre minuti, come di regola) i canoni compositivi del pop sebbene suonate dagli archi, ma per via di quanto valgono. Diciamolo chiaramente: Elvis Costello è ''troppo'' bravo e ognuno di questi venti brani è potenzialmente uno schiaffo in faccia alla grossolanità di una grossa, immensa percentuale della musica moderna. | ||
Come ci hanno dimostrato, in tempi nemmeno tanto remoti, ''Spike'', ''King Of America'' e ''Punch The Clock''. Con ''The Juliet Letters'' Costello sembra essersi stancato di sporcarsi le mani nel rock (o giù di li) preferendogli altri mezzi per sprecare la sua inielligenza. La scelta della musica classica risulta quindi parecchio ambigua: se fosse solo l'ennesima bizzarria del Costello show non staremmo a rovinarci i pomeriggi più del necessario. | Come ci hanno dimostrato, in tempi nemmeno tanto remoti, ''Spike'', ''King Of America'' e ''Punch The Clock''. Con ''The Juliet Letters'' Costello sembra essersi stancato di sporcarsi le mani nel rock (o giù di li) preferendogli altri mezzi per sprecare la sua inielligenza. La scelta della musica classica risulta quindi parecchio ambigua: se fosse solo l'ennesima bizzarria del Costello show non staremmo a rovinarci i pomeriggi più del necessario. | ||
Line 22: | Line 24: | ||
Per ironia della sorte potrebbe anche fun• zionare visto che Elvis Costello è riuscito a confezionare la migliore sintesi tra archi e canzoni, musica classica e rock 'n' roll. A lui servirà. A noi molto meno. | Per ironia della sorte potrebbe anche fun• zionare visto che Elvis Costello è riuscito a confezionare la migliore sintesi tra archi e canzoni, musica classica e rock 'n' roll. A lui servirà. A noi molto meno. | ||
{{cx}} | {{cx}} | ||
Line 31: | Line 31: | ||
{{Bibliography notes}} | {{Bibliography notes}} | ||
{{Bibliography next | {{Bibliography next | ||
|prev = | |prev = Mucchio Selvaggio, September 1989 | ||
|next = | |next = Mucchio Selvaggio, May 1994 | ||
}} | }} | ||
'''Il Mucchio Selvaggio, No. 182, March 1993 | '''Il Mucchio Selvaggio, No. 182, March 1993 | ||
Line 40: | Line 40: | ||
{{Bibliography images}} | {{Bibliography images}} | ||
[[image:1993-03-00 | [[image:1993-03-00 Mucchio Selvaggio page 66.jpg|360px|border]] | ||
<br><small>Page scans.</small> | <br><small>Page scans.</small> | ||
[[image:1993-03-00 | [[image:1993-03-00 Mucchio Selvaggio page 67.jpg|360px|border]] | ||
<small>Cover.</small><br> | |||
[[image:1993-03-00 Mucchio Selvaggio cover.jpg|x120px|border]] | |||
{{Bibliography notes footer}} | {{Bibliography notes footer}} | ||
Line 59: | Line 61: | ||
[[Category:Bibliography]] | [[Category:Bibliography]] | ||
[[Category:Bibliography 1993]] | [[Category:Bibliography 1993]] | ||
[[Category: | [[Category:Mucchio Selvaggio| Mucchio Selvaggio 1993-03-00]] | ||
[[Category:Italiano]] | [[Category:Italiano]] | ||
[[Category:Magazine articles]] | [[Category:Magazine articles]] | ||
[[Category:Album reviews]] | [[Category:Album reviews]] | ||
[[Category:The Juliet Letters reviews]] | [[Category:The Juliet Letters reviews]] |
Latest revision as of 16:49, 10 October 2020
|