Non Siamo Di Qui, November 13, 2015

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Non Siamo Di Qui

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Appunti

Elvis Costello e la sua mitologia


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  Non Siamo Di Qui

Elvis Costello ha appena pubblicato un libro di memorie, poco più che un opuscolo: 650 pagine.

Pare ci sia dentro tutto, la sua storia familiare e la sua infanzia londinese, le scorribande in quel di Liverpool sulle tracce degli amati Beatles, le collaborazioni con (tra gli altri) Paul McCartney, Burt Bacharach e Allen Toussaint (ci mancherai), l’incontro con l’attuale moglie Diana Krall, le avventure in tour e.. ah sì, beh, la sua versione di come un ragazzino di nome Declan Patrick MacManus abbia scoperto e sviluppato il suo talento straordinario, rubato gli occhiali a Buddy Holly e il nome al Re del rock’n’roll per diventare, infine, un sessantunenne eccentrico con una collezione infinita di cappelli.

Viste le recensioni entusiastiche, e il nostro amore per il personaggio e la sua musica, vorremmo capire (tanto basterebbe) se questo Unfaithful Music And Disappearing Ink verrà mai tradotto e pubblicato qui nella penisola.

Nell’attesa – o se preferite, per estemporanea rappresaglia – qui sopra trovate in tutta la sua gloria lo scatto del 1977 utilizzato per la copertina del libro, opera di Anton Corbijn.

Ma non solo, ecco alcune cose per dilettarvi nell’attesa, potenzialmente infinita… oltre al promo:

Dunque: iniziamo con il Washington Post, che definisce questo Unfaithful Music.. un’autobiografia migliore di quelle di Bob Dylan e Keith Richards.

Ora, pur sulla fiducia, non fatichiamo ad immaginare che questo possa essere vero rispetto a Chronicles vol. I (a proposito Bob: ma gli altri volumi…?)… però dai, sinceramente, cosa può essere di una cosa come Life? Staremo a vedere.

Qualche sera fa, ospite da Conan O’Brien ha rievocato almeno un paio di momenti che sicuramente hanno trovato posto anche nel libro e che sono parte integrante della sua mitologia.

Strepitoso il racconto di quando cercò di impressionare i Giapponesi suonando dal pianale di un camion per le strade di Tokyo, ottenendo null’altro che una multa e totale indifferenza.

O la prima volta che lui e la sua band si ascoltarono alla radio negli States…

E di recente il nostro (stavolta al Jonathan Ross Show) ha meravigliosamente strimpellato Alison con la chitarra che fu dell’altro Elvis…

Ancora, in un’intervista per la National Public Radio Costello ha ricostruito la genesi di questa autobiografia, e di alcune delle sue canzoni, tra le quali Inside Fireworks, Veronica e Alison…

Elvis Costello ha appena pubblicato un libro di memorie, poco più che un opuscolo: 650 pagine.

Pare ci sia dentro tutto, la sua storia familiare e la sua infanzia londinese, le scorribande in quel di Liverpool sulle tracce degli amati Beatles, le collaborazioni con (tra gli altri) Paul McCartney, Burt Bacharach e Allen Toussaint (ci mancherai), l’incontro con l’attuale moglie Diana Krall, le avventure in tour e.. ah sì, beh, la sua versione di come un ragazzino di nome Declan Patrick MacManus abbia scoperto e sviluppato il suo talento straordinario, rubato gli occhiali a Buddy Holly e il nome al Re del rock’n’roll per diventare, infine, un sessantunenne eccentrico con una collezione infinita di cappelli.

Viste le recensioni entusiastiche, e il nostro amore per il personaggio e la sua musica, vorremmo capire (tanto basterebbe) se questo Unfaithful Music And Disappearing Ink verrà mai tradotto e pubblicato qui nella penisola.

Nell’attesa – o se preferite, per estemporanea rappresaglia – qui sopra trovate in tutta la sua gloria lo scatto del 1977 utilizzato per la copertina del libro, opera di Anton Corbijn.

Ma non solo, ecco alcune cose per dilettarvi nell’attesa, potenzialmente infinita… oltre al promo:

Dunque: iniziamo con il Washington Post, che definisce questo Unfaithful Music.. un’autobiografia migliore di quelle di Bob Dylan e Keith Richards.

Ora, pur sulla fiducia, non fatichiamo ad immaginare che questo possa essere vero rispetto a Chronicles vol. I (a proposito Bob: ma gli altri volumi…?)… però dai, sinceramente, cosa può essere di una cosa come Life? Staremo a vedere.

Qualche sera fa, ospite da Conan O’Brien ha rievocato almeno un paio di momenti che sicuramente hanno trovato posto anche nel libro e che sono parte integrante della sua mitologia.

Strepitoso il racconto di quando cercò di impressionare i Giapponesi suonando dal pianale di un camion per le strade di Tokyo, ottenendo null’altro che una multa e totale indifferenza.

O la prima volta che lui e la sua band si ascoltarono alla radio negli States…

E di recente il nostro (stavolta al Jonathan Ross Show) ha meravigliosamente strimpellato Alison con la chitarra che fu dell’altro Elvis…

Ancora, in un’intervista per la National Public Radio Costello ha ricostruito la genesi di questa autobiografia, e di alcune delle sue canzoni, tra le quali Inside Fireworks, Veronica e Alison…

Vi consigliamo di non perdervi nemmeno questa intervista per la CBS, breve ma illuminante, con più di un aneddoto sulla sua infanzia, sui rapporti con il padre jazzista, le donne e quel nome d’arte azzeccatissimo…

E a proposito del padre, l’edizione del Royal Variety Show del 4 novembre 1963 passò alla storia per la sfacciataggine con cui John Lennon chiese al pubblico – davanti alla Regina – un aiuto particolare: «will the people in the cheaper seats clap your hands? And for the rest of you, if you’ll just rattle your jewelry…».

Ecco, in cartellone quella sera c’erano anche Ross McManus e la sua banda: «per me – racconta Elvis – il solo fatto di sapere che mio padre suonasse in uno spettacolo con i Beatles era molto più emozionante del fatto che il tutto si svolgesse davanti alla famiglia reale».

Ok, lo sappiamo: altro che ingannare l’attesa, qui viene voglia di fuggire a leggere immediatamente Unfaithful Music And Disappearing Ink


Tags: Unfaithful Music & Disappearing InkThe BeatlesPaul McCartneyBurt BacharachAllen ToussaintDiana KrallBuddy HollyAnton CorbijnBob DylanKeith Richards Conan O’BrienThe Jonathan Ross ShowAlisonIndoor FireworksVeronicaJohn LennonRoss MacManus

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Non Siamo Di Qui, November 13, 2015


Non Siamo Di Qui reviews Unfaithful Music & Disappearing Ink.

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Photo credit: Anton Corbijn

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