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Allen Toussaint, classe 1938, semplicemente uno tra i più importanti di sempre nel r&b, la cui influenza va ben oltre delta del Mississippi e i confini della sua New Orleans.
Elvis Costello… beh, è Elvis Costello. Da due dei dischi più straordinari di fine anni '70 (My Aim is True e This Year's Model) alle scorribande new wave con gli Attractions, passando per il folk, il rock 'n' roll da cantina lercia, il jazz, la classica, fino ai giorni nostri: gran visir di tutti i nerd del terzo millennio.
Nel 2006 questo disco insieme: The River In Reverse è New Orleans che cerca di ritrovare se stessa dopo Katrina, l'uragano – sì – ma anche la perfetta metafora del rigurgito di una società sempre più alienata. Un evento epocale e sconvolgente, troppo grande e scioccante perché il tessuto sociale non si ricomponesse (ancora, sempre e solo, ormai, di fronte alla tragedia) sotto il vessillo della solidarietà.
Ma niente paura: questo The River In Reverse non è uno di quei dischi mossi dalla beneficenza. È un incontro tra due artisti che avevano già incrociato i reciproci percorsi, una esplicitazione di reciproca stima magari sì.
Costello ripesca dal catalogo di Toussaint, ci mette la voce e la chitarra (e a volte il suo talento compositivo); Toussaint – paziente – i tasti bianchi e quelli neri e un sacco di funk (solo una volta la voce: "Who's Gonna Help Get Further?," ma è sufficiente a mettere in secondo piano l'occhialuto inglese); il tutto con l'onnipresente propulsione di una notevole sezione di ottoni.
Questo album non si risolve nella drammatica domanda "what do we have to do to send the river in reverse?": è piuttosto uno spunto viscerale e un omaggio alla grandezza intatta di una delle anime di New Orleans, miracolosamente intatta nonostante la devastazione.
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