Music (Italy), July 1982: Difference between revisions
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Dave Edmunds è un musicista integro e puro e la musica del suo ultimo lavoro “''DE7''”, conferma questa impressione. Accanto a vecchi classici, a rock’n’roll fuoriusciti dalla sua penna felice, vi è pure un brano, “''from small things, big things come''” scritto dall’idolo degli anni ottanta, Bruce Springsteen. Dave racconta come nacque questa singolare collaborazione: “''Un mio amico, un disc-jockey che lavora alla Capitol radio di Londra mi diede due biglietti, per me e mia moglie, pre uno dei concerti che Bruce tenne l’anno scorso al Wembley Stadium. Non ero un fanatico di Bruce, ma quando vidi lo show, ne fui subito entusiasta, una delle cose migliori che abbia mai visto in vita mia. Ero nell’area riservata alla stampa ed alla fine del concerto i due managers di Springsteen mi dissero che Bruce voleva vedermi. Lo incontrai nel camerino, parlai con lui per circa un’ora, e poi Bruce mi disse che aveva una conzone per me; me la fec sentire ed in seguito mi mandò un “demo tape” da cui io trassi la versione presente sul mio ultimo lp''”. Salutando Edmunds, afferriamo pure un suo parere sull’amico/nemico Nick Lowe: “''Penso che Nick abbia sempre rappresentato la parte più melodica del rock’n’roll, mentre io quella più grintosa''”. | Dave Edmunds è un musicista integro e puro e la musica del suo ultimo lavoro “''DE7''”, conferma questa impressione. Accanto a vecchi classici, a rock’n’roll fuoriusciti dalla sua penna felice, vi è pure un brano, “''from small things, big things come''” scritto dall’idolo degli anni ottanta, Bruce Springsteen. Dave racconta come nacque questa singolare collaborazione: “''Un mio amico, un disc-jockey che lavora alla Capitol radio di Londra mi diede due biglietti, per me e mia moglie, pre uno dei concerti che Bruce tenne l’anno scorso al Wembley Stadium. Non ero un fanatico di Bruce, ma quando vidi lo show, ne fui subito entusiasta, una delle cose migliori che abbia mai visto in vita mia. Ero nell’area riservata alla stampa ed alla fine del concerto i due managers di Springsteen mi dissero che Bruce voleva vedermi. Lo incontrai nel camerino, parlai con lui per circa un’ora, e poi Bruce mi disse che aveva una conzone per me; me la fec sentire ed in seguito mi mandò un “demo tape” da cui io trassi la versione presente sul mio ultimo lp''”. Salutando Edmunds, afferriamo pure un suo parere sull’amico/nemico Nick Lowe: “''Penso che Nick abbia sempre rappresentato la parte più melodica del rock’n’roll, mentre io quella più grintosa''”. | ||
Se Dave Edmunds è cosi in forma, pure l’amico Nick Lowe non sta certo a guardare. Nick Lowe ha da poco realizzato la sua ultima fatica “''Nick the Knife''” ed ora sta portando a termine la sua tournée europea, quasi in contemporanea con quella di Edmunds, un altro flebile parallelo tra i due ''heroes'' dopo ''l’incontro ravvicinato'' chiamato Rockpile. Già alcune caratteristiche peculiari di Lowe sono venute fuori dall’amichevole chiacchierata con Edmunds. La storia di Nick Lowe è una storia davvero cruciale per tutto l’evolversi di quel tipo di rock inglese di cul stiamo parlando. Lowe è pure un tramite tra il colosso Edmunds e gli altri personaggi che andremo a conoscere in seguito, mr. Elvis Costello, mr. Graham Parker e mr. Brinsley Schwarz. Già nei primi anni 70’ Nick Lowe è al centro dell’attenzione, quale pilone portante della band del chitarrista Brinsley Schwartz. Scioltosi questo gruppo nei ’75, Lowe si dà un gran da fare come produttore e, dopo aver scoperto Frankie Miller, produce per l’appunto Dr. Feelgood ed i Kursaal Flyers. Nel ’77 esordisce poi discograficamente con l’ep “Bowi” per la Stiff, scopre Elvis Costello, continua a collaborare con Parker, con i Rumour, Dr. Feelgood, produce “''Get it''” di Dave Edmunds. Il suo primo vinile a trentaré giri si chiama “''Jesus of cool''” (’78), il secondo “''Labour of lust''” (’79), poi vi è la celebrazione con i Rockpile (lp intitolato “''Seconds of pleasure''”) ed infine, l’incisione del recentissimo “''Nick the knife''”. | |||
Definito da Melody Maker “''the last pop genius''”, ovvero l’ultimo genio del pop, Nick Lowe può ben dire di portarsi addosso questa etichetta senza imbarazzo particolare. “''Nick the knife''”, terzo lp di Nick dal titolo spiritoso (parodia di “Mack the knife” tratto da “''L’opera de tre soldi''” di Kurt Weill), è un sunto squisito delle capacità pop melodiche del musicista. Lowe è uno che ha guardato dalla finestra gente come i Creedence Clearwater R., i Kinsk, gli Who, i Troggs, gli Yardbirds, ne ha captato lo spirito ed ha inventato una ''pelle musicale'' adatta per tutti i gusti. Ad una passione incontrollata per il rock’n’roll e per sixties (basta guardare la cover di “''Nick the knife''”), Lowe ha unito un attento studio dei fenomeni musicali degli ultimi anni, quali il reggae e la new-wave. Basta ascoltare alcune canzoni come “Heart”, “Burning”, “Couldn’t love you”, per captare la grandezza e la genialità di questo quarantenne. Di certo, Nick Lowe è uno dei musicisti che ha suonato, ha collaborato, ha conosciuto più di ogni altro personaggi e costumi del mondo musicale. | |||
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Revision as of 21:59, 22 January 2024
Magazine scans thanks to Fulvio Fiore.
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