Il Piccolo, November 19, 1984

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Il Piccolo

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DA OGGI IN TOURNÉE IN ITALIA

Ecco Elvis Costello
Ha solo la chitarra

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   Federica Cingolani

ROMA – Porta un nome che è di per sé un richiamo a vecchi miti: Elvis Presley e Abbot e Costello, quando dovette scegliersi uno pseudonimo per entrare nell’universo del rock, pensò di prendere a prestito i nomi a due personaggi che aveva ammirato. Di tempo ne è passato da quel lontano 1976 quando gli si chiese questa scelta e Costello ha avuto modo di diventare con il suo fisico minuto, l’aria da paranoico e l’eterna chitarra a tracolla una delle “cult figure” della musica britannica.

In Italia viene per la prima volta (oggi a Milano, domenica a Roma, giovedi a Bologna) e per la prima volta si presenterà di fronte al pubblico in completa solitudine, senza una band alle sue spalle, ma con la chitarra acustica, e la forza delle sue canzoni.

Cambiare d’abito per Costello non è una novità, senza traumi, anzi mantenendo sempre la sua integrità di musicista è passato indenne attraverso le maglie della “New Wave”, del “rockabilly”, del “country” e dell’ “easy listening” e ogni volta è riuscito a dare a questi stili diversi l’impronta Costello.

La carriera musicale di Declan McManus (questo è il vero nome di Costello) ha inizio nella Londra fine anni ’70 dove per sbarcare il lunario faceva il venditore della Avon.

In quel periodo Costello si mise in contatto con la “Stiff” una delle etichette musicali inglesi più innovative dell’epoca e fece sentire a Jake Riviera, uno dei personaggi chiave della produzione musicale, il suo primo brano “Alison” dove risplendeva già il suo talento di musicista ed autore (in poche battute riusciva a centrare l’essenziale del motivo).

Nel ’76-’77 uscirono una serie di brani che lo fecero additare come ad uno dei più promettenti musicisti giovani ed entrò anche nelle classifiche inglesi. Poi con il 1978 decise di giocare la carta americana e pubblicò un album “Armed Forces” che oltre a raccogliere suoi successi come “Alison” e “My Aim Is True” presentava altri brani nuovi come il fortunatissimo “Oliver’s Army”. Il disco, una volta pubblicato negli Stati Uniti, venne salutato dai critici musicali come una delle sorprese dell’anno e cosa straordinaria per un musicista quasi del tutto sconosciuto fu subito catapultato in classifica.

Dopo quel primo disco pieno di brani accattivanti e commoventi nel 1981 Costello cambiò faccia per la prima volta e con la sua banda, gli Attraction, usci con “Trust” una intrepida sperimentazione nello schema del rock più scatenato. L’album conteneva ben 14 brani tutti della duranta di poco più di due minuti perché secondo Costello bisognava rompere con gli schemi di un LP fatto degli otto brani standard.

Passò ancora un anno e Costelo si dette al country poi suonò con la Royal Philharmonic Orchestra per continuare negli ultimi anni sulla strada di “chansonnier” colto e sofisticato. Ha confessato alla rivista inglese Rolling Stone di avere l’ambizione di diventare “Il Cole Porter degli anni ‘80”.


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Federica Cingolani previews the Italian dates on Elvis'
and T Bone Burnett's 1984 European Solo Tour.

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