UDINE Movimenti e figure che esalanto con garbo e potenza in fiscità, grandi scenografie che non appesantiscono il palco ma al contrario, ne valorizzano gli ampi spazi lasciati all’immaginazione, una colonna sonora corposa e molto articolata, composta appositamente dal grande musicista britannico Elvis Costello.
Grazie a tutti questi ingredienti, il “Sogno di una notte di mezza estate” presentato al “Nuovo” di Udine dalla compagnia Aterballetto di Reggio Emilia, per la regia del coreografo Mauro Bigonzetti, ha conquistato il pubblico giunto al “Giovanni di Udine” per assistere alla serata clou dell’edizione 2001 del Festival internazionale della danza, organizzato dall’Acad.
Liberamente tratto dall’omonima opera di William Shakespeare, che, già a partire dall’Ottocento, diversi coreografi vollero trasformare in balletto, il “Sogno di una notte di mezza estate” di Bigonzetti, con drammaturgia di Nicola Lusuardi, luci di Carlo Cerri e costumi di Guglielmo Capone, supera qualsiasi tentazione accademica nella rilettura del testo, inserendosi a pieno titolo nel contesto delle più moderne e rivoluzionare interpretazioni coreografiche del soggetto comparse sulle scene mondiali a firma di nomi del calibro di Lindsay Kemp o Robert De Warren.
La compagnia Aterballetto già rodata in questo spettacolo che ha riscosso consensi nei teatri di tutt’Italia anche a Udine ha regalato moltissime emozioni alla platea dando il massimo in una performance dall’articolazione complessa e decisamente impegnativa sul piano dello sforzo psicofisico richiesto ai danzatori. Gli interpreti, sia nei movimenti corali (per esempio quelli del gruppo di artigiani che si danno convegno nel bosco per cimentarsi nell’arte della recitazione, sia nei pezzi solisti e nei numerosi pas-à-deux (Ermia-Lisandro, Elena-Demetrio, Oberon-Titania), hanno dato prova di consumata abilità tecnica e di notevoli doti espressive.
Il ritmo incalzante, l’intreccio “a strati”, i frequenti cambi di scena e la compresenza di diversi registri musicali (il primo più formale e classico, il secondo scoppiettante e scherzoso, il terzo penetrante e sensuale) impongono ai danzatori flessibilità, capacità di adattamento a vari ruoli, eccezionale precisione e dinamismo. E la prestazione è stata ineccepibile e molto coinvolgente, con un crescendo di intensità al quale le ingegnose scene concepite con fantasia e rigore filologico da Fabrizio Plessi hanno fatto de stupefacente cornice: il gigantesco albero che s’innalza in mezzo al fondale, il monitor sospeso che simboleggia la trasformazione in testa d’asino del capo di Bottom a opera di Puck, i giochi d’acqua e di luci che restituiscono appieno la magica atmosfera della foresta incantata, teatro di desideri mutevoli e tumultuose passioni. Straordinarie anche le musiche di Costello, che scandiscono l’avvicendarsi di gioia, discordia, amore, discordia gelosia e confusione nel cuore dei personaggi e al centro della rappresentazione. Applausi scroscianti e tre chiamate in scena per i danzatori di Aterballetto, stremati, ma raggianti per la calorosa accoglienza del pubblico udinese.
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