Sentireascoltare, June 29, 2008

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Momofuku

Elvis Costello & The Imposters

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   Teresa Greco

7.2

Elvis Costello che ritorna alle sue origini, laddove tutto era cominciato: questo accade con il nuovo Momofuku, non a caso uscito prima in vinile e solo in un secondo momento in CD. Come a dire, torniamo a fruizioni desuete della musica, a un altro tempo e luogo, e riprendiamo dai vecchi e gloriosi Attractions, suoi compagni di avventura degli Ottanta, recuperati a nome Imposters (Steve Nieve, Pete Thomas e Davey Faragher), che sono poi la band che lo accompagna nelle uscite più propriamente “rock” e con i quali aveva inciso Delivery Man nel 2004.

Disco veloce, inciso in appena una settimana, un compendio del Costello del primo periodo, tra pub-rock, pop, soul, country e songwriting. Sin dall’iniziale e ruvida No Hiding Place dominano le atmosfere alla This Years Model (1978, suo secondo album, da poco ristampato in edizione Deluxe tra l’altro), anche in pezzi come Stella Hunt con i suoi riff acidi, e altrove (American Gangster Time, la finale Go Away puro sixties pop) le tipiche tastiere di Steve Nieveevocano il passato, dove lirismo e piglio post-punk si amalgamavano perfettamente alla voce nasale del Nostro. La musica americana (rock, country, garage) era trapiantata in suolo albionico e resa propria come succedeva in quegli anni posteriori alla fine del punk inglese, con non a caso più di uno sguardo al vecchio Dylan.

Nell’album (che prende il nome dallo scomparso inventore dei noodles istantanei, gli spaghetti cinesi, ancora a voler sottolineare il carattere di “spontaneità” della creazione) non mancano poi incursioni alla Bacharach, altro suo compagno di avventure passate, qui evocato nella soulful Flutter & Wow, alla Kinks (Mr Feathers è puro vaudeville Ray Davies) e collaborazioni ( Jenny Lewis di Rilo Kiley alla voce, David Hidalgo dei Los Lobos, Jonathan Rice, Rosanne Cash).

In sostanza un bel ritorno in territori ormai abbandonati da Costello , per un album lirico e nostalgico, che testimonia ancora la tenuta del suo autore, che aldilà degli interessi ormai definitivi in altri generi (jazz, classica) rimane un caposcuola della scuola pop-rock. Ed epigoni attuali quali l’ottimo Micah P Hinson anche lui in uscita con un bel disco nuovo, sono lì a testimoniare il passaggio di testimone e la continuazione di una tradizione di songwriting.

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Sentireascoltare, June 29, 2008


Teresa Greco reviews Momofuku.

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Momofuku album cover.jpg

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