L'Unità, January 20, 1993

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Nuovo lp di Costello ispirato alle lettere che gli innamorati “indirizzano” al personaggio scespiriano. Con il Brodsky Quartet

Sviolinata d'autore. Elvis scrive a Giulietta


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   Alfio Bernabei

Momentaneamente "deluso dal rock'n'roll", Elvis Costello si lancia alla scoperta della musica classica e sforna The Juliet Letters, album che intreccia melodie pop ai violini del quartetto d'archi inglese Brodsky Quartet. Ad ispirare il disco, la storia del professore di Verona che risponde alle lettere indirizzate alla leggendaria Giulietta. Costello e i Brodsky saranno in concerto a Roma il 3 marzo, il 4 a Milano

LONDRA. Elvis Costello, look pinteriano e volume in mano, introduce il suo ultimo album intitolato The Juliet Letters (Lettere a Giulietta) come se si trattasse di una tesi da discutere con un gruppo di studenti. Trentotto anni, occhiali da vista rotondi, barba Man in Vogue, il cantautore inglese che non ha paura di accostamenti ibridi (vero nome Declan McManus, “Costello” viene dalla bisnonna, “Elvis” da Presley) è stanco di rock'n'roll ed è entrato in territorio clàssico; quartetto d'archi. Ora sappiamo perché correva dietro ai concerti di Cecilia Bartoli e si riempiva la casa di Beethoven, Schubert e Purcell con una certa preferenza, in quest'ultimo caso, per il lamento di Didone.

Lettere a Giulietta è stato prodotto insieme al Brodsky Quartet; violini e violoncello. Costello spiega: “Il titolo viene da un articolo pubblicato da un giornale. Raccontava che un professore di Verona rispondeva alle lettere indirizzate a "Giulietta" da persone che ben sapevano di rivolgersi ad un personaggio fittizio, ma provavano un irresistibile bisogno di scriverle. Sui contenuti di tali, lettere possiamo solamente fare delle congetture”. Ma sul tema di fondo non ci sono dubbi: amore e morte (preferibilmente suicidio).

Costello e i Brodsky (lui di Liverpool, loro di Middlesbrough, tutti working class) si conobbero nel 1989 durante una serie di concerti dedicati a Sciostakovic che avevano attrato un pubblico “in” molto giovane, influenzato dal design di un quartetto d'archi che si presenta con abiti firmati ed estetismo ispirato al regista Peter Greenaway. Costello era nell'audience in veste di espioratore: “Quattro anni fa decisi di allargare i miei gusti musica” li con dischi e concerti. Ero deluso dal rock'n'roll. Prevedevo esattamente come sarebbe andata a finire. Infatti ora mi domando cosa fa la gente coi dischi di rock'n'roll. Sento dire sempre più spesso: "Oh, questo disco é fantastico, lo metto ' come sottofondo". Pauroso. Prima d'ora non mi era mal capitato di sentire commenti del genere: "Rock'n'roll come sottofondo!”

Costello aveva comunque già sperimentato con generi diversi, specie in compagnia di musicisti americani. "Gli americani parlano un linguaggio musicale diverso dagli inglesi o dagli irlandesi (la moglie di Costello, Kate O'Riordan, è una ex Pogues). I musicisti del rock'n'roll parlano in maniera diversa da quelli jazz e viceversa. Cosi non è poi tanto sorprendente il mio incontro con musicisti classici che esprìmono le stesse idee usando un vocabolario ed una sintassi diversi. Condividiamo parte del vocabolario con significati diversi in contesti diversi. Ho dovuto imparare, e pure i Brodsky hanno dovuto prestare orecchio ed imparare nuove cose da me".

Costello descrive l'intesa coi Brodsky come una “felice coincidenza”. “I toni individuali dei musicisti del quartetto ed il suono complessivo sembra si mischino bene con certe caratteristiche della mia voce. Un caso”. Come si sono svolte le prove? “Ci siamo seduti ed abbiamo compilato una lista di canzoni. Abbiamo scelto lettere diverse, una lettera di suicidio, una lettera d'addio, una del tipo "Caro Giovanni" ed altre lettere più insolite, come una lettera di condoglianze e la lettera di un bambino. Questo approccio ha fatto emergere dei personaggi ai quali in circostanze diverse non avrei mai pensato di dedicare canzoni. Quando un cantante scrive per la propria voce tende a rimanere vicino a caratteri con cui gli ò facile identificarsi. Ci sono clementi della propria vita, anche negativi. In questo caso si è aperto un vasto orizzonte di possibilità”. Tutte lettere inventate? Costello cita l'èsempio di una lettera vera che, lo interessò ancora prima di entrare in contatto con i Brodsky: “Quattro giorni prima dell'inizio della guerra del Golfo una donna soldato, già in zona di combattimento, mi scrisse per esprimere i suoi dubbi e le sue paure. Era un messaggio commovente, ma sul momento la mia reazione fu di rabbia: "E allora? Ti sta bene! Specie con una guerra di questo genere". Ora però la lettera è citata fedelmente in uno dei motivi dell'album, anche se ho creato un contesto diverso: quello di uno scrittore molto cinico che commenta il testo”.

È soddisfatto del risultato, che oltre a costituire un disco ed un video già trasmesso dalla Bbc. verrà portato in una breve tournée di concerti, anche all'estero? “L'idea piacerà a coloro che si sentono preparati ad ascoltare il suono della musica classica mischiata alla mia voce. Gli appassionati di rock'n'roll certamente diranno: "Dov'è la batteria?". Posso rispondere che non ho rinunciato alla battona, che questa , svolta non deve essere trattata come una conversione. È semplicemente una cosa diversa, nuova, con un suono identificabile. La mia voce deve essere considerata il quinto strumento del quartetto d'archi. E una forma musicale poco usata, e mi sorprende, perché le ' possibilità che offre e la quantità di sfumature d'espressione sono notevoli”.

Ad un primo ascolto Lettere a Giulietta fa pensare ad un altro esperimento un po'simile e non del tutto riuscito: L'Oratorio di Paul McCartney. Sarà che si sentono molti echi dei Beatles, anticipatori dell'efficace uso di archi in certe loro composizioni - si pensi ad Eleanor Rigby o Strawberry Fields Forever. I Brodsky commentano i contenuti e le emozioni dei testi oscillando tra Le Quattro Stagioni di Vivaldi, West Side Story e L'Opera da tre soldi con occasionali, robuste punteggiature improntate allo stringato minimalismo di Michael Nyman (il musicista dei film di Greenaway). La voce di Costello non manca di energia ed espressività, ma troppo spesso pare sacrificata da imperativi di eleganza tonale dettata dagli strumenti.

Di accostamenti musicali fuori dal comune - fra il pop, il rock ed il classico e viceversa - ce ne sono stati di curiosi, di pazzi, di nusciti, di memorabili. Fra questi ultimi certamente Cathy Berberian, che ha fatto storia. Qualcuno penserà anche al matrimonio fra la Caballé e Freddie Mercury o all'incontro di Milva con Kurt Weil. L'esperimento fra Costello ed i Brodsky è di quelli che stuzzicano l'appetito, ma non aggiungono nulla di veramente nuovo al mondo musicale. I molteplici riferimenti alla morte e al suicidio contribuiscono a dare all'album una lugubre intimità salottiera e tanatoide che fa un po' rimpiangere il Costello originale. La reazione dei critici inglesi non è stata omogenea: ”Eccellente”, secondo l’Indipendent on Sunday. “Gesto disperato di un artista la cui camera ha perso ogni senso di proposito o direzione”, secondo il Daily Telegraph


Tags: William ShakespeareThe Brodsky QuartetThe Juliet LettersMilanThe Juliet LettersElvis PresleyCait O'RiordanThe PoguesPaul McCartneyThe BeatlesKurt Weill

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L'Unità, January 30, 1993


Alfio Bernabei previews Elvis Costello and The Brodsky Quartet, Wednesday, March 3, 1993, Rome, Italy and Thursday, March 4, 1993, Cineteatro Orfeo, Milan, Italy.
The Rome concert was subsequently cancelled.

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Photo credit: Amelia Stein.

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