La Stampa, February 7, 1998

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Elvis Costello, applausi e fischi


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   Roberto Iovino

Concerto stupendo, unico «neo» la maglia della Samp

GENOVA — Gli unici fischi di disapprovazione, giovedì sera, al Carlo Felice, Elvis Costello li ha presi quando, quasi al termine del lungo e peraltro affascinante concerto, ha esibito orgogliosamente una maglia della Sampdoria n. 10. Connazionale dell'indimenticabile Liam Brady, credeva di far cosa gradita al pubblico (meno numeroso di quanto fosse lecito attendersi). La platea, tuttavia, doveva essere in maggioranza rossoblu se le proteste (simpatiche, naturalmente) hanno superato gli applausi di approvazione.

Splendida serata, indubbiamente, che rientrava nell'articolatissimo cartellone jazz del Teatro. Costello si è presentato con il pianista e compositore Steve Nieve con il quale sta portando in giro per la prima volta in Italia quest'originale spettacolo in duo, antologia di suoi successi e di brani tratti dall'ultimo album All This Useless Beauty.

Aperto, comunicativo, Costello è artista fine ed eclettico. Canta con gusto e sensibilità, ha voce duttile e piena (lo ha dimostrato nel finale rinunciando al microfono e regalando un pezzo di notevole emozione), la sua chitarra è discreta, ma ricercata nelle sonorità e nelle armonie.

Strano duo, quello fra una chitarra e un pianoforte. Eppure Nieve e Costello danno vita ad atmosfere rare per fusione di timbri e di coloriture. Nieve sfrutta la tastiera in modo totale alternando atteggiamenti percussivi a un tocco di notevole morbidezza.

Ne scaturisce un discorso musicale che ha il pregio della eleganza e soprattutto della varietà. Costello è un menestrello che sa coniugare la tradizione con la modernità, che sa essere attuale senza rinunciare ad un melodismo dal sapore antico, popolare.

E', ancora, un musicista ironico che sa divertirsi e divertire, giocando con i testi, regalando ritratti, immagini sonore diversificate, ma mai scontate e prevedibili. Quasi due ore di spettacolo. La musica è fluita Elvis Costello al Carlo Felice senza soste, appena interrotta da brevi, coloriti interventi parlati dell'artista che da un tavolino alle sue spalle, attingeva di tanto in tanto a due bicchieri diversi: in uno acqua nell'altro (il preferito) uno specialissimo thè con il miele (di una marca qui introvabile) che dalle quinte si provvedeva a mantenere opportunamente caldo.

Una ventina circa le canzoni presentate. Citiamo "Veronica," "The Long Honeymoon," "Temptation," "Almost Blue," "Poor Fractured Atlas," "Accidents Will Happen," alle quali vanno aggiunte pagine delio stesso Nieve e dell'amico Bacharach.

Costello ha iniziato con alcuni brani per sola voce e pianoforte, in un'atmosfera liederistica di estrema suggestione. Poi, ha aggiunto la chitarra. Quasi al buio, con una semplice «torcia» ad illuminare il soffitto sopra la sua testa, ha successivamente regalato tre o quattro pezzi accompagnandosi solo con il proprio strumento a corda.

Infine, nuovamente il duo strumentale per la variegata parte conclusiva. Pubblico incantato, con acclamazioni finali prolungate.


Tags: Teatro Carlo FeliceGenoaItalySteve NieveAll This Useless BeautyVeronicaThe Long HoneymoonTemptationAlmost BluePoor Fractured AtlasAccidents Will HappenBurt Bacharach

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La Stampa, February 7, 1998


Roberto Iovino reviews Elvis Costello and Steve Nieve, Thursday, February 5, 1998, Teatro Carlo Felice, Genoa, Italy.

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1998-02-07 La Stampa clipping 01.jpg
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