Se amate l’intelligenza e l’ironia e detestate il rumore, non mancate domani el Tetro Regio il concerto – organizzato dall’ Unione Musicale del cantautore inglese Elvis Costello, una delle menti più brilllanti che l’Internazionale della musica pop possa ventare. Costello sta girando l’Italia con un amico, il pianista Steve Nieve che fu con lui negli Attraction: hanno formato un duo che se ne infischia della spettacolarizzazione multimediale e preferisce divertire il pubblico massaggiando i cervelli con finissime e saporite partiture tratte dalla ventennale carriera di Elvis, el secolo Declan Patrick McManus, nato nel ’54 sotto il segno della Vergine a Londra, da un padre cantante e trombettista. Il concerto è una specie di antologia senza confini per chitarra, pianoforte e voce irresistibile. Pesca in un repertorio infinito, portando a galla 25 canzoni di varie epoche che mutano di volta in volta. Nei giorni scorsi è toccato, tra l’altro, ad “Invisible Man”, “Almost Blue”, “Talking In The Dark”, “Alison”, “Accident Will Happen”: ma se si pensa che egli sta promuovendo un cofanneto di cinque mini album live (intitolato “Los Angeles San Francisco Chicago Boston New York” e registrato in famosi locali delle medesime città), è davvero la sua intera vita che passerà sul palco.
Quando nei Settanta Elvis Costello emerse nella new wave di cantautori a contrastare lo strapotere di Bob Dylan e Van Morrison, lo fece restando nel solco della loro tradizione ma con un guizzo di irrequietezza in più che lo spinse a muoversi fra vari generi musicali. Le canzoni che ha scelto, completamente riarrangiate per questo spettacolo, ripropongono le ragioni per cui egli è stato a lungo il favorito della critica di tutto il mondo (il rocker David Lee Roth disse una volta che i critici amavano l’occhialuto artista perché erano tutti fisicamente uguali a lui): grande capacità nella scrittura delle liriche, assenza di banalità, ironia tipicamente inglese e una buona capacità di contatto con il pubblico di tutto il mondo. Una volta, in Italia, volle Roberto Benigni a fargli de traduttore sul palco, e chi c’era ancora si ricorda delle improbabili versioni che ne uscirono, con conseguenti matte risate. Il lato oscuro di questa brillante carriera è che da tempo Costello non riesce più ad arrivare nelle classifiche dei grandi numeri di dischi venduti.
L’ultimo album che ha avuto un impatto decisivo è stato forse “Blood & Chocolate” dell ’89. Ma in questa fine secolo in cui ogni grande artista rimette in gioco il proprio patrimonio di canzoni, Elvis Costello resta a pieno titolo un cantautore di serie A.
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