A metà strada tra classico e pop si sono invece incontrastocrati due artisti di solida fama. Da qualche anno Elvis Costello si avventura volentieri fuori dalle strade conosciute e comode della canzone pop. Ambizioso musicista lo è sempre stato, qualità almeno pareggiata dalla curiosità per cui alcune gite le ha compiute costeggiando l’universo della musica classica. Dopo le collaborazioni con il Brodsky Quartet, il controtenore Michael Chance, il saxofonista e compositore John Harle, eccolo accanto alla mezzosoprano Anne Sofie von Otter. Frutto di questo incontro è “For The Stars” (Deutsche Grammophon, 1 Cd), diciotto canzoni firmate Elvis Costello certo, ma anche Tom Waits, Brian Wilson, Paul McCartney, Ruben Blades fra altri.
Si potrebbe asserire dell’ inadeguatezza di una delle più celebri voci liriche alle forme sempliciote del pop e gli effetti della prodezza tecnica. Con equilibrato ritegno, al pari delle sonorità acustiche che accompagnano cercano l’assonanza non il suo timbro di cristallo di ghiaccio, la vocalista si è adattata all’intimismo dei brani.
Se qualche titolo (“Like an angel passing through my room”, “Just a curio”, la “For no one” beatlesiana) soffrono di un approccio troppo solenne, l’eleganza e il senso della sfumatura della von Otter – simile al folk altero di Sandy Denny o Joni Mitchell – vestono graziosamente rueste melodie, in particolan due titoli dei Beach Boys, “Don’t talk (put your head on my shoulder )” e “You still believe in me”, nonchè “Green song” di Svante Henryson e Elvis Costello, la splendida “Go leave” di Kate McGarrigle.
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