Disastro. "Monza Rock" doveva essere Woodstock in Brianza. Una coppia di organizzatori pasticcioni o ingenui voleva fare un grande festival rock, a tutti i costi. E l'hanno fatto, l'altro ieri. Mille spettatori nello stadio di Monza, ma se ne aspettavano ventimila, con il biglietto a 35 mila lire. Sogni. Dovevano esserci Keith Richards e Ron Wood dei Rolling Stones, e non sono venuti. Doveva esserci Venditti, c'è stato un litigo, è rimasto a casa. Doveva esserci Nona Hendryx, e non s'è vista. Morale. Alle 18 si comincia con gli italiani Underground Life; ci sono 137 spettatori confinati sulle gradinate. Non si può scendere sul prato, per "motivi di sicurezza" pensa te! Suonano, ignorati, gli inglesi One Nation, Doctor Feelgood, Dirty Strangers. "Siamo stati boicottati", affermano i due organizzatori Diego Pratesi e Maurizio De Stefano, e forse hanno ragionne. Sono entrati nell'industria dello spettacolo rock con mezzi artiglianali. E' possibile che altri promoter gli abbiano fatto la guerra. Tuttavia stupisce la scarsità di pubblico.
Il festival propone comunque nomi di rispetto: Tanita Tikaram, Elvis Costello e il Banco. Ma la gente è stanca dell'overdose di rock di questi giorni e di sentirsi presa in giro, di ascoltare i Dirty Strangers, poverí mestieranti sponsorizzati da Ron Wood: la loro presenza a Monza era legata alla (quanto vaga?) promessa di avere ospiti Wood e Richards. Poi i due Stones hanno avuto di meglio da fare, e gli italiani si sono beccati solo i Dirty Strangers.
Verso la 22, con il pubblico a quota mille paganti, si presenta una svogliata Tanita Tikaram. Stonicchia per mezz'oretta e se ne va con l'aria scontenta da Barbie bruna. La Barbie, dicono, ha preso circa 60 mila dollari. Gli spettatori sono stremati e remissivi, fischiano soltanto durante gli interminabili cambi di scena. E applaudono gli eroi della serata, Elvis Costello e Francesco Di Giacomo con il Banco. Costello, professionale, fa un concerto perfetto in condizioni infami. Di Giacomo chíude decorosamente un'indecorosa avventura regalando splendida musica. Prima i vecchi successi del Banco e poi il disco nuovo. "Non metterti le dita nel naso". E' spettacolo vero, con una coreografica esibizione dei mimi dell'Assemblea Teatro che sui trampoli attraversano il prato, corrono verso i superstiti spettatori, tentano un ideale abbraccio.
Francesco Di Giacomo da dietro il barbone grida ai ragazzi: "Grazie di esserci, facciamo finta che sia una festa, facciamolo per la musica e per voi, che meritavate ben altro".
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