La Stampa, June 21, 1989: Difference between revisions

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Concerto piccolo, quello di Torino, vissuto con allegria. Un gioiellino da amatori. Non richiama masse in delirio, Costello. Ma chi lo segue lo fa per scelta e per amore. L'altra sera c'erano circa seicento spettatori, e tutti conoscevano a memoria le sue canzoni e le cantavano in coro.  
Concerto piccolo, quello di Torino, vissuto con allegria. Un gioiellino da amatori. Non richiama masse in delirio, Costello. Ma chi lo segue lo fa per scelta e per amore. L'altra sera c'erano circa seicento spettatori, e tutti conoscevano a memoria le sue canzoni e le cantavano in coro.  
Arriva lui, pantaloni e giacca neri — giacca lunga tipo zoot suìt, da rocker d'annata —, camicia nera, montatura degli occhiali nera. Faccia pallida. "E' la prima volta che vengo a Torino — dice — e vorrei farvi sentire tante canzoni."
Arriva lui, pantaloni e giacca neri — giacca lunga tipo ''zoot suìt'', da rocker d'annata —, camicia nera, montatura degli occhiali nera. Faccia pallida. "E' la prima volta che vengo a Torino — dice — e vorrei farvi sentire tante canzoni."


Ne fa sentire davvero tante, dall'ultimo album ''Spike'' ma anche indietro, fino all'archeologia di ''My Aim Is True'', passando dalle atmosfere Nashville di ''Almost Blue'', il suo disco più country, ai rock'n'roll scatenati in puro clima Anni Cinquanta, fino alle tenere ballate che sanno d'Irlanda.
Ne fa sentire davvero tante, dall'ultimo album ''Spike'' ma anche indietro, fino all'archeologia di ''My Aim Is True'', passando dalle atmosfere Nashville di ''Almost Blue'', il suo disco più country, ai rock'n'roll scatenati in puro clima Anni Cinquanta, fino alle tenere ballate che sanno d'Irlanda.
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"God's Comic," dall'ultimo ellepi, si dilata a dismisura, con stacchi, scherzi, sguardi sottecchi. Risuonano persino le prime, inconfondibili note di ''Jesus Christ Superstar''. Ricorda, per rendere l'idea, Guccini quando cantava ''La Genesi'' e la tirava per le lunghe raccontando un incontro con il Padreterno. "Ho visto alla televisione un'intervista con Dio — gigioneggia — Stava disteso su un letto ad acqua, con dentro pesci tropicali, due per specie. E beveva Cola, come Madonna."
"God's Comic," dall'ultimo ellepi, si dilata a dismisura, con stacchi, scherzi, sguardi sottecchi. Risuonano persino le prime, inconfondibili note di ''Jesus Christ Superstar''. Ricorda, per rendere l'idea, Guccini quando cantava ''La Genesi'' e la tirava per le lunghe raccontando un incontro con il Padreterno. "Ho visto alla televisione un'intervista con Dio — gigioneggia — Stava disteso su un letto ad acqua, con dentro pesci tropicali, due per specie. E beveva Cola, come Madonna."


Un simpatico cantastorie? Anche, ma Elvis Costello è, prima di tutto, un musicista rock. Un grande musicista rock, talmente grande e talmente bravo da essere diventato un musicians'musìcian, un musicista amato dai musicisti. I quali se lo contendono, lo cercano, lo vogliono a collaborare nei loro dischi: è successo in ultimo con Paul McCartney, in ''Flowers In The Dirt'' c'è molta farina del sacco di Costello. E lui un po' se ne vanta, fa il finto modesto, "McCartney ha apprezzato il mio lavoro," borbotta, giocherellando gli occhiali.
Un simpatico cantastorie? Anche, ma Elvis Costello è, prima di tutto, un musicista rock. Un grande musicista rock, talmente grande e talmente bravo da essere diventato un ''musicians' musìcian'', un musicista amato dai musicisti. I quali se lo contendono, lo cercano, lo vogliono a collaborare nei loro dischi: è successo in ultimo con Paul McCartney, in ''Flowers In The Dirt'' c'è molta farina del sacco di Costello. E lui un po' se ne vanta, fa il finto modesto, "McCartney ha apprezzato il mio lavoro," borbotta, giocherellando gli occhiali.


Poi acchiappa la chitarra, infila citazioni su citazioni, dylaneggia, si fa Beatle accennando "You've Got To Hide Your Love Away" e finalmente attacca il sempiterno, immarcescibile giro di rock. Quello che fu di un altro Elvis, il re Presley, e di Chuck Berry, di Buddy Holly. Cose vecchissime, ma Costello riesce a renderle nuove e allegre e la gente batte le mani e si diverte. E sul palco, vicino a quell'omino con la faccia di Buster Keaton, sembra di vedere tutti gli antichi eroi di una musica semplice e selvaggia chiamata rock 'n' roll.
Poi acchiappa la chitarra, infila citazioni su citazioni, dylaneggia, si fa Beatle accennando "You've Got To Hide Your Love Away" e finalmente attacca il sempiterno, immarcescibile giro di rock. Quello che fu di un altro Elvis, il re Presley, e di Chuck Berry, di Buddy Holly. Cose vecchissime, ma Costello riesce a renderle nuove e allegre e la gente batte le mani e si diverte. E sul palco, vicino a quell'omino con la faccia di Buster Keaton, sembra di vedere tutti gli antichi eroi di una musica semplice e selvaggia chiamata rock 'n' roll.
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Elvis Costello, il vero rock per voce, chitarra e occhiali


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   Gabriele Ferraris

Il musicista tratta un genere per amatori: senza scenografìe, conquista il pubblico

TORINO — La notizia è questa: nell'era degli show miliardari, dei concerti rock da mobilitazione generale, sempre più elefantiaci, ingombranti, dinosaureschi, c'è un omino che sembra Buster Keaton e che sa tenere la scena per due ore in perfetta solitudine. Lui, la chitarra e un paio d'occhiali da miope timido. Si chiama Declan McManus, meglio noto con il nome d'arte di Elvis Costello.

L'altra sera Costello ha aperto al teatro Colosseo di Torino una brevissima tournée italiana: farà altre due date, stasera a Roma e il 28 al festival Monza Rock, con Keith Richards, Ron Wood, Antonello Venditti.

Concerto piccolo, quello di Torino, vissuto con allegria. Un gioiellino da amatori. Non richiama masse in delirio, Costello. Ma chi lo segue lo fa per scelta e per amore. L'altra sera c'erano circa seicento spettatori, e tutti conoscevano a memoria le sue canzoni e le cantavano in coro. Arriva lui, pantaloni e giacca neri — giacca lunga tipo zoot suìt, da rocker d'annata —, camicia nera, montatura degli occhiali nera. Faccia pallida. "E' la prima volta che vengo a Torino — dice — e vorrei farvi sentire tante canzoni."

Ne fa sentire davvero tante, dall'ultimo album Spike ma anche indietro, fino all'archeologia di My Aim Is True, passando dalle atmosfere Nashville di Almost Blue, il suo disco più country, ai rock'n'roll scatenati in puro clima Anni Cinquanta, fino alle tenere ballate che sanno d'Irlanda.

Una chitarra a sei corde, una tastiera, un'elettrica per il gran finale quando si diverte a rievocare Jimi Hendrix in un'orgia di suoni furibondi. Non ha bisogno di tante cose, per conquistare il pubblico. Il suo è un concerto molto cabarettistico, molto conversativo: presenta "Baby Plays Around," scritta dalla moglie Cat O'Riordan, snocciolando battute su battute, anche sceme, sul nome e sui possibili doppi sensi, Cat come gatto e miagoli! assortiti.

"God's Comic," dall'ultimo ellepi, si dilata a dismisura, con stacchi, scherzi, sguardi sottecchi. Risuonano persino le prime, inconfondibili note di Jesus Christ Superstar. Ricorda, per rendere l'idea, Guccini quando cantava La Genesi e la tirava per le lunghe raccontando un incontro con il Padreterno. "Ho visto alla televisione un'intervista con Dio — gigioneggia — Stava disteso su un letto ad acqua, con dentro pesci tropicali, due per specie. E beveva Cola, come Madonna."

Un simpatico cantastorie? Anche, ma Elvis Costello è, prima di tutto, un musicista rock. Un grande musicista rock, talmente grande e talmente bravo da essere diventato un musicians' musìcian, un musicista amato dai musicisti. I quali se lo contendono, lo cercano, lo vogliono a collaborare nei loro dischi: è successo in ultimo con Paul McCartney, in Flowers In The Dirt c'è molta farina del sacco di Costello. E lui un po' se ne vanta, fa il finto modesto, "McCartney ha apprezzato il mio lavoro," borbotta, giocherellando gli occhiali.

Poi acchiappa la chitarra, infila citazioni su citazioni, dylaneggia, si fa Beatle accennando "You've Got To Hide Your Love Away" e finalmente attacca il sempiterno, immarcescibile giro di rock. Quello che fu di un altro Elvis, il re Presley, e di Chuck Berry, di Buddy Holly. Cose vecchissime, ma Costello riesce a renderle nuove e allegre e la gente batte le mani e si diverte. E sul palco, vicino a quell'omino con la faccia di Buster Keaton, sembra di vedere tutti gli antichi eroi di una musica semplice e selvaggia chiamata rock 'n' roll.

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La Stampa, June 21, 1989


Gabriele Ferraris reviews Elvis Costello, solo, Monday, June 19, 1989, Teatro Colosseo, Turin, Italy, and notes upcoming concerts June 21, Teatro Tendastrisce, Rome, and the Monza Rock Festival, June 28.

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